L’emergenza legata alla diffusione del Coronavirus ha ridisegnato completamente le nostre abitudini: abbiamo così provato ad analizzare le ricerche effettuate in Italia sul principale motore di ricerca mondiale, Google. Per far ciò, prenderemo in considerazione un arco temporale di due mesi su Google Trends, partendo dal 23 gennaio (quando l’epidemia non aveva ancora toccato il nostro Paese) e arrivando fino al 23 marzo.
Cominciamo confrontando tra loro quattro parole chiave: “Coronavirus“, “Virus“, “Cina” e “Italia“. Il primo di questi termini, dopo un primo picco di ricerche su Google registrato a fine gennaio (legato verosimilmente alla coppia di turisti cinesi infetti che stava visitando il nostro Paese), si mantiene su livelli bassi fino al 20 febbraio, quando viene alla luce il focolaio di Codogno. Parallelamente crescono anche le ricerche legate alle parole “Italia” e “Virus”, seppur in misura minore.
Cosa succede, invece, se si confrontano le ricerche su Google dei nomi dei principali personaggi politici e istituzionali coinvolti in questa emergenza? Prendendo in considerazione il Capo dello Stato, il Presidente del Consiglio e i leader dei due principali partiti di maggioranza (Nicola Zingaretti) e opposizione (Matteo Salvini), quello che si osserva da Google Trends è che tanto Sergio Mattarella quanto il leader della Lega si mantengono sempre su livelli piuttosto contenuti. Al contrario, il leader del Partito Democratico registra un notevole picco in corrispondenza del 7 marzo, giorno in cui annuncia con un video di aver contratto il Coronavirus, mentre il Premier Giuseppe Conte raggiunge i suoi massimi nelle ricerche su Google in corrispondenza dei due discorsi alla nazione dell’11 e del 21 marzo.
Spostiamo ora il nostro focus sui quattro virologi che più di tutti sono stati presenti sui media in questa emergenza: Roberto Burioni, Ilaria Capua, Maria Rita Gismondo e Fabrizio Pregliasco. Con l’eccezione di Gismondo, salita alla ribalta in seguito ad alcuni suoi post su Facebook, gli altri tre erano volti già abbastanza noti in televisione.
Su Google, in ogni caso, è Roberto Burioni a farla da padrone, toccando il picco più significativo di ricerche in corrispondenza del 22 febbraio scorso, quando a pochi giorni dell’emergere del focolaio nel basso lodigiano è ospite di Fabio Fazio a Che tempo che fa. Il virologo del San Raffaele torna poi ad essere ospite di Fazio l’8, il 15 e il 22 marzo, registrando nuovamente dei picchi di ricerche su Google in tali occasioni.
Ilaria Capua, direttrice dello One Health Center of Excellence dell’Università della Florida, registra invece due picchi significativi di ricerche sul web in occasione del 7 e del 21 marzo, quando escono due sue interviste rispettivamente sul Corriere della Sera e sul Messaggero.
Con l’emergenza Coronavirus, gli italiani tendono a cercare più spesso parole come “casa“, “farmacia” e “supermercato” su Google, mentre altri posti come bar e ristoranti – che prima venivano ricercati più frequentemente di venerdì e sabato – sono ormai molto meno digitati sulle tastiere di smartphone e PC, per effetto della loro chiusura.
E per quanto riguarda i dispositivi di protezione? In seguito all’emergere del focolaio di Codogno, si è registrato un boom nelle ricerche su Google di mascherine e Amuchina. Tuttavia, se la seconda ha poi iniziato a decrescere, le mascherine sono tornate in cima alle ricerche in seguito al lockdown.
Infine, le tre principali categorie del personale sanitario, cioè medici, infermieri e OSS, tendevano tradizionalmente ad essere più ricercate nei giorni lavorativi rispetto al week-end. Con la diffusione del Coronavirus, però, le ricerche di questi termini su Google sono diventate più omogenee nel corso dei giorni, anche se non si è registrato un aumento davvero esponenziale nelle ricerche rispetto al periodo pre-pandemico (con l’eccezione della parola “medici”).
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