BVA Doxa, società di consulenza attiva nel campo delle ricerche di mercato e di opinione pubblica, ha condotto insieme a Gallup International (di cui è socio fondatore) un sondaggio sulle percezioni, preoccupazioni e previsioni di italiani, francesi, inglesi e tedeschi riguardo l’emergenza coronavirus. L’indagine ha raccolto le opinioni di 5.000 individui in un periodo compreso tra il 10 e il 19 marzo.
Il quadro che emerge dalla ricerca rispecchia le diverse fasi dell’evoluzione della pandemia che i diversi stati stavano attraversando durante i giorni in cui è stata condotta. Il 90% degli italiani, infatti, a lockdown già scattato e in piena emergenza, era preoccupato per i propri familiari, contro il solo 46% dei tedeschi, ancora alle prese con le prime fasi dell’emergenza. Più vicine alle nostre, invece, le percentuali di “preoccupati” registrate in Francia (il 76%) e Regno Unito (il 78%).
Governo promosso (in Italia)
Molto alto in Italia anche il dato sulla fiducia al governo. Nel periodo in questione, il 72% degli intervistati pensava che l’esecutivo guidato da Giuseppe Conte stesse gestendo bene l’emergenza. Meno entusiasta, invece, il giudizio degli inglesi nei confronti del governo Johnson e quello dei francesi su Emmanuel Macron, le cui azioni sono stati giudicate in maniera positiva dal 59% e 52% delle rispettive popolazioni. In minoranza i tedeschi che pensavano Angela Merkel si stesse comportando bene nella gestione della crisi (47%).
Piuttosto positivo anche il giudizio degli italiani nei confronti dei media: poco meno di un terzo degli intervistati (il 29%) credeva che quest’ultimi stessero riportando le notizie sull’emergenza coronavirus in modo esagerato. Molto più scettici invece i tedeschi, la maggioranza dei quali (il 58%) sosteneva che i media stessero esagerando nella copertura della pandemia. Un dato che si può ricollegare alla scarsa preoccupazione di cui sopra ma anche al giudizio negativo nei confronti del governo. Più basse, invece, le percentuali di scetticismo registrate in Regno Unito e Francia, rispettivamente al 26% e 17%.
Interessante anche il dato relativo alle teorie alternative, ovvero quelle credenze di matrice complottistica sull’ipotetica origine artificiale del virus e diffusesi nelle ultime settimane soprattutto tramite il web. Quasi un italiano su quattro (il 23%) pensa che il virus sia stato creato da una forza esterna, mentre solo il 47% sostiene abbia origini naturali. Solamente i francesi crederebbero più di noi alle teorie alternative sul virus (il 29%), mentre sarebbero meno creduloni inglesi e tedeschi (entrambi al 18%).
Cosa siamo disposti a fare (e cosa stiamo già facendo)?
Al fine di contenere la pandemia e far rientrare l’emergenza, quasi la totalità degli italiani (il 93%) si dice disposta a sacrificare alcuni diritti fondamentali – il dato più alto registrato in tutta l’Unione Europea. Anche negli altri paesi, tuttavia, la stragrande maggioranza della popolazione sarebbe disposta a farlo: l’84% in Francia, il 72% nel Regno Unito e il 71% in Germania.
Cosa stiamo già facendo? Gli italiani sarebbero molto ligi alle regole imposte dal governo Conte per il contenimento dei contagi: nei giorni in cui il sondaggio è stato condotto, quasi la totalità della popolazione, il 93%, sostiene infatti di essere rimasta a casa. Inoltre, l’87% riferisce di essersi lavato frequentemente le mani e il 63% di aver fatto uso di prodotti igienizzanti. Tra i nostri vicini europei, si sarebbe isolato nella propria abitazione anche l’85% degli inglesi, il 71% dei francesi, ma solo il 43% dei tedeschi.
Le prospettive future
Per quanto riguarda le prospettive future della crisi, l’opinione pubblica italiana è divisa in due. Nel periodo in cui è stata condotta l’indagine, infatti, il 43% degli intervistati pensava che il peggio dovesse ancora arrivare contro il 45% speranzoso di poter vedere presto dei miglioramenti. Le altre popolazioni europee erano invece più pessimiste, rispecchiando anche in questo caso i sentimenti di chi non si trovava ancora nel vivo dell’emergenza: l’82% degli inglesi sosteneva che la fase più critica non fosse ancora arrivata, come anche il 70% dei francesi e il 54% dei tedeschi. Per quanto riguarda la percentuale di ottimisti, il dato rilevato in questi paesi è ancora più significativo: nel Regno Unito erano solo il 3%, in Francia il 5% e in Germania il 9%.
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