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Coronavirus: come leggere le variazioni dei positivi?

In Italia si pone molta più enfasi sul numero di casi positivi che sui casi totali. Ma ciò potrebbe dare origine a percezioni distorte…

Si è discusso a lungo sui dati giornalieri che, alle 18 di ogni giorno, vengono rilasciati dalla Protezione Civile sulla diffusione del contagio da Covid-19. Sin dall’inizio dell’emergenza, una delle particolarità più evidenti è stata quella di comunicare l’incremento dei casi giornalieri sui casi “attualmente positivi” e non sul numero totale (che comprende anche il numero di guariti e deceduti).

La scelta è stata quasi un unicum a livello globale: dalla Cina agli Stati Uniti i numeri comunicati sono basati unicamente sul dato dei casi totali (come comunicato dal CDCCenter for Disease Control and Prevention), seguendo una prassi che trae origine dalla stessa Organizzazione Mondiale della Sanità nei suoi report giornalieri.

Per fare un paragone diretto, possiamo prendere i casi di Spagna e Italia, dove l’emergenza Coronavirus è paragonabile. Nel nostro Paese il dato degli attualmente positivi è il più evidente nel bollettino quotidiano, e viene enfatizzato anche nella conferenza delle 18 e nei comunicati stampa, dove viene usato come titolo e dove viene inserito il dettaglio regionale unicamente per gli attualmente positivi.

Fonte: Protezione civile

Nei dati emessi dal Ministero della Salute spagnolo, invece, il dato principale è quello dei casi totali, con una specifica unicamente sui soggetti ospedalizzati.

Fonte: Ministerio de Sanidad

A prima vista può sembrare una questione di scarso valore e interesse, ma in realtà non è così: in una fase di riduzione dei casi – dove ci auguriamo di essere al momento – questa differenza può portare a distorsioni nella percezione pubblica e nelle valutazioni politiche su una possibile “riapertura”.

Dal grafico seguente si può notare come l’andamento delle due curve – variazione dei casi attivi e variazione dei casi totali – sia identico all’inizio dell’emergenza. Con il passare del tempo, però, le due curve divergono, a causa dell’aumento del numero di guariti e, purtroppo, di decessi. Questo gap è destinato ad aumentare nei prossimi giorni, visto che, come in Cina, il numero di guariti tende ad avere un picco ritardato, corrispondente alle guarigioni dei soggetti che componevano il picco dei casi positivi osservato nell’ultima decade di marzo (sul tema delle guarigioni vi invitiamo a leggere l’analisi di YouTrend e della Fondazione GIMBE).

Fonte: Protezione Civile

Qui nasce il problema: nel giorno in cui ci sarà un aumento di zero unità nel bollettino della Protezione Civile, potremo dichiarare finita l’emergenza? La risposta è ovviamente no, perché in quel momento saremo solamente a metà percorso.

Avere un numero costante di casi attivi, infatti, vuol dire soltanto che il numero di guariti e deceduti bilancia quello dei nuovi infetti. In altre parole, ciò non significherebbe necessariamente che gli ospedali si stanno svuotando, ma indicherebbe una situazione di stasi, dove la pressione sui nosocomi rimarrebbe costante con numeri di ricoverati ben oltre le medie degli anni precedenti, terapie intensive in numero non sufficiente e difficoltà nel curare tutti i pazienti.

Per comprendere il fenomeno si può osservare infatti il grafico sottostante, che distingue tra le due tipologie di ricoverati in ospedale, ossia i ricoverati in terapia intensiva e quelli che, pur essendo sintomatici, stanno negli altri reparti.

Fonte: Protezione Civile

Risulta evidente come la riduzione dei casi di questi giorni non abbia portato, a livello nazionale, a un allentamento della pressione sugli ospedali, ma solo a un appiattimento della curva che indica una riduzione della crescita dei casi.
Ciò viene confermato anche nella Regione più colpita, la Lombardia, dove negli ultimi giorni vi è stata un’evidente riduzione, ma è ancora presente un trend di leggera crescita di ricoverati e solo il 4 aprile vi è stata una riduzione nelle terapie intensive.

Va quindi sottolineato come un primo segnale tangibile di un miglioramento importante della situazione emergenziale sarà costituito da una variazione negativa del numero di positivi, associata, nello specifico, a una riduzione di soggetti ospedalizzati, sia a livello di ricoveri ordinari che di terapie intensive.

Alla luce di quanto detto, seguire la prassi mondiale in materia di conteggio dei nuovi casi potrebbe rendere più facile evitare che si crei una percezione distorta all’interno della popolazione, percezione che potrebbe dare l’idea di un’emergenza ormai in via di risoluzione e legittimare implicitamente l’allentamento delle misure.

Federico Boscaino

4 commenti

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  • A me non risulta proprio: la protezione civile comunica il numero dei nuovi casi positivi e l’incremento è calcolato sul totale dei casi. Almeno, questo è quello che mi sembra di leggere quotidianamente sui giornali, e che sono sicuro di leggere sulle pagine in inglese di Wikipedia che, dall’inizio della pandemia, vengono aggiornate costanetemente, e che corrispondono anche ai dati su worldometers.
    E’ la Francia che mi sembra che ultimamente stia comunicando l’incremento dei nuovi positivi sul totale degli attualmente positivi (e non so perchè, prima “dava i numeri” come tutti gli altri)

    https://en.wikipedia.org/wiki/2020_coronavirus_pandemic_in_Italy
    https://en.wikipedia.org/wiki/2020_coronavirus_pandemic_in_France
    https://www.worldometers.info/coronavirus/

  • E invece l’osservazione di youtrend è giustissima, anzi sono settimane che mi chiedo invano perché non c’è uno straccio di giornalista a farlo notare a Borrelli (Borrelli è pessimo perché comunica i dati in modo confuso ed è inaccettabile che non dia i casi totali come fanno in tutto il mondo). È allucinante la mediocrità dei giornalisti italiani, non sanno nulla di matematica e logica, e infatti si continua a leggere “i nuovi positivi sono tot” mentre il numero che danno è la variazione degli attualmente positivi. Questa incapacità di Borrelli è stata notata anche sui siti esteri che aggiornano le cifre.

    • Anche io sono già due settimane che mi stavo chiedendo se Borelli ci stesse prendendo in giro……d’altra parte la storia passata INSEGNA ….BUGIE BUGIE…..

  • Buonasera,

    Se possibile vorrei un ulteriore chiarimento. Già avete ben spiegato il conteggio dei tamponi e dei “guariti”, ma qualcuno parla che anche i neopositivi siano soggetti ad errore, ovvero che vengano conteggiati due o più volte quelle persone che sono testate per verificare la guarigione ed invece sono ancora infette. Se così fosse sembra che l’unico dato attendibile che comunica Borrelli siano i ricoverati e le terapie intensive. Sono sufficienti per descrivere l’andamento dell’epidemia?

    Ringrazio in anticipo, cordiali saluti