Quando nel 2017 è stata approvata la nuova legge elettorale – il cosiddetto Rosatellum Bis – l’introduzione dei collegi elettorali ha cambiato il modo in cui rappresentiamo i risultati dalle elezioni. Noi di YouTrend eravamo abituati alle “comode” mappe elettorali per provincia o per comune, usate nelle elezioni precedenti (come alle Politiche 2013). Al contrario, con le nuove aggregazioni che racchiudono a volte intere province, altre volte una manciata di quartieri delle città più grandi, la mappa è diventata più difficile da leggere.
Il motivo principale è che in un “piccolo” collegio uninominale urbano si elegge lo stesso numero di deputati o senatori rispetto a un collegio “extraurbano” molto più grande: uno solo. Le aggregazioni dei collegi, infatti, sono fatte in modo da creare delle unità con un numero omogeneo di cittadini residenti, indipendentemente dalla superficie. Il collegio uninominale più vasto della Camera (Olbia), quindi, è quasi 500 volte più esteso rispetto al più piccolo (Milano – Area Statistica 105) pur avendo quasi lo stesso numero di abitanti.
La mappa dei collegi della Camera alle Politiche 2018
La conseguenza diretta di questa differenza è che – sulla mappa – i risultati dei collegi urbani erano molto difficili da cogliere. Soprattutto sullo schermo di un cellulare, per voi lettori si trattava di distinguere una macchia di colore di pochissimi pixel. Complessivamente, questo falsava in modo significativo la percezione dei risultati elettorali. Il motivo è che i collegi urbani (quelli più piccoli) negli ultimi anni tendono a essere significativamente più favorevoli al centrosinistra rispetto a quelli rurali. Nel 2018, per esempio, il centrosinistra ha vinto 26 collegi uninominali su 232 alla Camera, e ben 15 di questi includevano un capoluogo di regione. Complessivamente, i collegi vinti dal centrosinistra erano l’11,6% del totale, ma su una mappa equivalevano solo al 6,7% della superficie.
Come creare uno strumento alternativo e integrativo della mappa tradizionale, capace di correggere questo squilibrio che rischiava di rendere fuorvianti le nostre mappe elettorali? Per farci un’idea, abbiamo guardato all’estero: l’Italia, del resto, non è l’unica a usare dei collegi uninominali. Il primo Paese che ci è venuto in mente è il Regno Unito, che ha un sistema elettorale maggioritario con collegi uninominali. Addirittura, visto che il sistema britannico prevede 650 collegi uninominali alla Camera dei Comuni, per loro il problema è ancora più grave. I collegi più piccoli del centro di Londra, infatti, misurano poche decine di ettari, e sono quindi invisibili su una mappa di tutto il Regno Unito.
La mappa “classica” dei collegi britannici: le elezioni del 2019
La soluzione ideata dai cartografi e dai data journalists inglesi è stata quella di rompere gli schemi classici della geografia. Per mostrare con un colpo d’occhio comprensibile a tutti il numero di parlamentari ottenuti da un partito, infatti, è necessario rappresentare ogni collegio uninominale (e quindi ogni seggio) con la stessa superficie, adattando i confini reali dei collegi a una nuova cartografia.
Il risultato è una mappa dove ogni collegio viene rappresentato come un esagono di uguale superficie, inserito in una griglia che ricorda la sagoma della Gran Bretagna. Certo, la mappa è deformata rispetto alla nostra percezione classica, ma riesce a mantenere orientativamente le stesse posizioni relative. Detta in modo più facile, Londra resta a sud di Birmingham, che a sua volta è più a sud di Newcastle e più a est di Liverpool, e così via. Ciò che cambia, invece, sono le distanze. Per esempio Londra, che è molto popolata e quindi elegge molti parlamentari, diventa molto più grande, mentre la Scozia, che ha pochi collegi rispetto alla sua superficie, si rimpicciolisce. Ma vediamo un esempio pratico:
La mappa esagonale dei collegi britannici
In questo modo, come si vede, il “piccolo” collegio di Holborn and St. Pancras a Londra, rappresentato dal leader del Labour Keir Starmer, ha la stessa superficie (e quindi lo stesso impatto visivo sulla mappa) del “grande” collegio di Inverness, Nairn, Badenoch and Strathspey, rappresentato da Drew Hendry dello Scottish National Party.
La mappa, ovviamente, non è perfetta. La linea di costa non segue esattamente tutte le insenature della frastagliata costa della Cornovaglia o del Galles. Anche i confini non sono accurati: nella realtà il collegio londinese di Battersea non confina con quello di Westminster North, ma nella mappa esagonale la deformazione porta i due collegi a toccarsi. Viceversa, il collegio scozzese di Glasgow Central nella realtà confina con ben 7 altri collegi. Visto che un esagono ha (ovviamente) solo 6 lati, uno dei collegi confinanti (Glasgow North West) risulta spostato e non tocca Glasgow Central nella mappa esagonale.
Fra gli altri sistemi dotati di collegi uninominali, anche per gli Stati Uniti sono state create delle mappe alternative, sia esagonali che quadrate. Per una rassegna più completa, abbiamo inserito una bibliografia con tutti i link usati in fondo all’articolo.
Le nostre nuove mappe
Tornando all’Italia, ai tempi dei primi collegi elettorali italiani, quelli del Mattarellum nel 1993, il data journalism era ancora praticamente sconosciuto ai media nostrani. Nel dicembre 2017, invece, le forme definitive dei collegi del Rosatellum furono pubblicate appena due mesi e mezzo prima del voto, rendendo quasi impossibile dedicarsi a elaborazioni complesse. Finalmente, seguendo da Londra le General Elections britanniche del dicembre 2019, è stata evidente la necessità di introdurre una mappa più immediata anche in Italia. Non per sostituire, bensì per integrare quella classica anche per i collegi elettorali italiani.
Le nuove mappe interattive sono a pagina 2!
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