Lunedì ore 20:54
Mappa del referendum a Milano, Roma e Torino:
Nelle mappe possiamo osservare quanto affermato in precedenza, con il fronte del “No” che si afferma nelle grandi città, solo nei centri storici o nelle aree centrali delle grandi città.
Milano:
Roma:
Torino:
Ore 20:20
Così la situazione nei comuni della Liguria, a circa il 35 per cento dello scrutinio:
Ore 20:05
Prima lista Regione Liguria
Con il 34,8% delle sezioni scrutinate nella regione Liguria, al momento la prima lista è Toti Presidente, con circa il 24% dei voti. Seguono Pd con circa 20% e Lega con circa 15%.
Ore 19.50
Scrutinio parziale delle liste nelle varie regioni:
Ore 19.04
Matteo Salvini, dal canto suo, risponde con due brevi tweet:
Come sempre e più di sempre, anche questa volta dico GRAZIE ai milioni di Italiane e di Italiani che ci hanno dato fiducia. Se i dati verranno confermati, da domani Lega e centrodestra saranno alla guida di 15 Regioni su 20!
(1/2) pic.twitter.com/O3bXgCfNtN— Matteo Salvini (@matteosalvinimi) September 21, 2020
E anche dove non ce l’abbiamo fatta, tutti al lavoro con un solo obiettivo: aiutare, proteggere e far crescere la nostra bellissima Italia.
(2/2)— Matteo Salvini (@matteosalvinimi) September 21, 2020
Indubbiamente, quello del centrodestra è comunque un risultato che non può essere considerato negativo, data la conquista delle Marche, Regione storicamente “rossa”, e la riconferma della Liguria e del Veneto. Ciononostante, è evidente come l’opposizione possa avere dei grossi rimpianti: se da una parte il recupero in Toscana, infatti, sembrava cosa impossibile fino a poche settimane fa, e quindi quello del centrodestra è un risultato comunque apprezzabile, in Puglia la situazione è inversa. Raffaele Fitto ha perso terreno, dall’estate in poi, rispetto al Presidente uscente Michele Emiliano, per quanto la corsa sia stata, a detta dei sondaggi, sempre sul filo del rasoio. Al momento, invece, gli exit poll ci parlano di una riconferma di Emiliano abbastanza netta.
Ore 18.58
Intanto giungono anche le prime dichiarazioni di nicola Zingaretti:
“Riguardo agli esiti e ai risultati siamo molto molto soddisfatti. Si conferma che il Partito Democratico è la forza del cambiamento, garante, anche in questa legislatura di un percorso di innovazione e modernizzazione delle istituzioni, di cui da sempre sentiamo il bisogno. Con la vittoria del “Sì” si apre ora una stagione di riforme, noi vogliamo che si apra una stagione di riforme, e faremo di tutto, con i nostri alleati, perchè vada avanti spedita. Il “No” avrebbe bloccato questa speranza di cambaire le istituzioni. Ma voglio dire che il Pd farà di tutto per rappresentare quelle preoccupazioni che hanno portato tanti cittadini a votare No.”
“Sui risultati delle regionali attendiamo dei dati più solidi. Per ora siamo molto soddisfatti da quello che sembra emergere dagli exit poll e dai primi sondaggi. In una situazione molto difficile e frammentata dell’alleanza che sostiene il Governo, c’è una conferma di quelle che erano le nostre aspettative. Ciononostate dai dati emerge come, se i nostri alleati ci avessero dato retta, l’alleanza di Governo avrebbe vinto probabilmente ovunque”.
Uno Zingaretti che può dirsi, in un certo senso, sollevato dall’esito delle elezioni Regionali. Ricordiamo, infatti, che in caso di una sconfitta in Toscana, le voci che vedevano una sua leadership troppo debole per poter mantenere le redini del partito si erano susseguite con prepotenza nel corso dell’ultimo mese.
Ore 18.48
Primi dati anche dalle suppletive in Sardegna, dal collegio uninominale 03. Qui, con appena 67 sezioni scrutinate su 581, il candidato del centrodestra Carlo Doria condurrebbe a sorpresa con il 37,7% dei voti, seguito da Lorenzo Costantino Corda (Csx-M5S) al 31,9% e da Agostino Angelo Marras al 24,9%.
Ore 18.44
Con lo scrutinio al 90,4%, il “No” vince in appena 20 comuni su 6696. Di questi, il più grande è Casalborgone, in provincia di Torino, dove i “No” sono 408 (52,6%), seguito da Sgonico, in Provincia di Trieste, dove i “No” sono 279 (51,7%).
Ore 18.32
Anche la seconda delle sfide più attese di questa due giorni elettorali si è risolta più rapidamente di quanto potesse essere ipotizzabile alla vigilia: in Puglia, infatti, il Presidente uscente Michele Emiliano si riafferma, senza grandi difficoltà, sull’ex Presidente Raffaele Fitto. Secondo le proiezioni, Emiliano raggiungerebbe tra il 46% e il 47%, contro il 38-39% dell’avversario. Grande delusione, dunque, per il candidato di Fratelli d’Italia, che i sondaggi hanno dato sino all’ultimo in vantaggio, sebbene questo si fosse ridotto nel corso delle ultime settimane.
A livello di liste, secondo le proiezioni di Opinio per Rai 1 (campione al 14%), la più votata sarebbe il Partito Democratico (19,4%), seguita da Fratelli d’Italia (13,3%) e Forza Italia (10,9%).
Ore 18.30
Sempre dal Veneto, arriva anche la prima certezza per quanto riguarda le liste. La lista “Zaia Presidente“, si afferma infatti come la più votata nella Regione. Secondo le proiezioni, dovrebbe aggirarsi intorno al 47%. Ricordiamo che, sempre secondo le proiezioni, Luca Zaia riuscirà a ottenere tra il 72 e il 75 per cento: si tratta del risultato migliore per un candidato nella storia delle Elezioni regionali.
Ore 18.16
Oltre al Referendum, alle Regionali e alle Amministrative, si votava anche per le elezioni suppletive del Senato della Repubblica, nel collegio uninominale 03 della Sardegna e nel collegio uninominale 09 del Veneto.
E proprio dal Veneto arrivano i primi risultati, che sembrano piuttosto netti: con 14 sezioni scrutinate su 393, il candidato del centrodestra unito, Luca De Carlo, è in vantaggio con il 69,6% dei voti, seguito dal candidato del Partito Democratico Matteo Meolotti (20,7%) e da quello del Movimento 5 Stelle Emanuele Sterzi (9,7%).
Ore 18.14
Francesco Acquaroli è il nuovo Presidente della Regione Marche. Il deputato di Fratelli d’Italia, già Sindaco di Potenza Picena, è sostenuto dal centrodestra unito. Con l’elezione di Acquaroli il centrodestra riesce ad insinuarsi in una di quelle considerate storicamente “Regioni rosse”. Per il Partito Democratico la sconfitta nelle Marche era stata anticipata dagli ultimi sondaggi, che vedevano Acquaroli lievemente in vantaggio rispetto al candidato di centrosinistra, Maurizio Mangialardi.
Come ci fa ad essere un’affluenza diversa tra regionali e referendum nelle regioni in cui ci sono entrambe, visto che vengono consegnate entrambe le schede nelle urne?
La differenza è dovuta alla diversa composizione delle liste elettorali: i cittadini residenti all’estero sono presenti nelle liste elettorali solo per le elezioni regionali, aumentandone la base elettorale (e quindi il denominatore, nel calcolo dell’affluenza).
Nel mio seggio (provincia di Trento), dove si votava per il Referendum e per il Comune, gli scrutatori chiedevano a TUTTI gli elettori se volevano votare per una sola votazione o per entrambe…