Con il voto del 20 e del 21 settembre il centrosinistra si è confermato alla guida della Regione Toscana, con Eugenio Giani nuovo Presidente. L’ex Presidente del Consiglio regionale ha superato di 8 punti l’europarlamentare leghista Susanna Ceccardi, che guidava il centrodestra (48,6% a 40,5%). Molto distanti gli altri candidati: Irene Galletti del Movimento 5 Stelle ha ottenuto il 6,4%, mentre Tommaso Fattori – che si ricandidava come nel 2015 con Toscana a Sinistra – si è fermato al 2,2%.
Molto alta la partecipazione al voto – anche per via della contemporaneità del referendum costituzionale e di alcune amministrative – con l’affluenza che sale di 14 punti rispetto al 2015 e arriva al 62,6%, oscillando dal 54,7% della Provincia di Massa-Carrara al 66,5% della Città metropolitana di Firenze.
Una vittoria costruita a Firenze
Giani costruisce la sua vittoria proprio nella Città metropolitana di Firenze, dove supera Susanna Ceccardi di 26 punti (che diventano più di 30 nel Comune di Firenze). 128 mila i voti di vantaggio, molti se si considera che in tutto il resto della Regione Giani ha ottenuto 17 mila voti in più della rivale.
Giani vince anche nelle province di Siena, Livorno, Pisa e Prato, mentre Susanna Ceccardi vince nelle altre province, raggiungendo il miglior risultato a Lucca (dove prevale di 10,7 punti).
A livello comunale, il nuovo Presidente ha vinto in sei capoluoghi, di cui tre amministrati dal centrosinistra (Firenze, Livorno e Prato) e tre dal centrodestra (Pistoia, Siena e Pisa), mentre Susanna Ceccardi ha prevalso a Lucca, Massa, Grosseto e Arezzo, città dove si votava anche per le comunali e dove si andrà al ballottaggio, con il sindaco uscente Ghinelli (centrodestra) in vantaggio.
Segnaliamo che Eugenio Giani ha vinto con 10 punti di margine anche a Cascina, il comune in Provincia di Pisa in cui quattro anni fa Susanna Ceccardi fu eletta Sindaco. A Cascina, peraltro, si sono tenute anche le elezioni amministrative, e ci sarà un ballottaggio con il candidato del centrosinistra che parte in vantaggio su quello di centrodestra. Se invece si osservano i risultati di Empoli, città natale di Giani, il vantaggio del Presidente eletto sulla Ceccardi risulta essere di 25 punti.
Il PD vince quasi ovunque, ma cresce FdI
Il Partito Democratico si conferma primo partito, pur perdendo circa 50 mila voti assoluti rispetto alle elezioni regionali del 2015. Si tratta inoltre di un dato ottenuto con un’affluenza molto più alta rispetto a cinque anni fa: il risultato in percentuale del PD scende per questo motivo dal 45,9% al 34,7%, pur restando comunque più alto rispetto al dato delle ultime elezioni politiche ed europee nella Regione.
La Lega, dopo l’exploit delle scorse elezioni europee, torna su livelli più vicini alle politiche del 2018, mentre è in forte crescita Fratelli d’Italia, che quadruplica i voti rispetto a cinque anni fa. Continua invece la crisi del Movimento 5 Stelle e di Forza Italia, entrambi in sensibile calo rispetto alle elezioni passate.
Il Partito Democratico è la prima forza nella gran parte dei comuni, prevalendo soprattutto nel centro della Regione e sulla costa pisana e livornese. La Lega ottiene invece lo scettro di primo partito in alcuni comuni della Maremma, nella Valtiberina (la parte più orientale della Provincia di Arezzo), in alcuni comuni fra le province di Pistoia, Lucca e Massa-Carrara e sull’Isola d’Elba. Fratelli d’Italia è primo partito in quattro comuni in queste stesse zone, mentre Forza Italia vince in tre comuni della Lunigiana (al confine con la Liguria). La lista che unisce Italia Viva e +Europa è invece la più votata a Mulazzo (ancora in Lunigiana) e a Marradi (nel Mugello, al confine con l’Emilia-Romagna, dove ha superato il 50%).
Voto disgiunto e voto disperso
Nei giorni precedenti al voto, dopo che alcuni sondaggi avevano suggerito la possibilità di un testa a testa molto combattuto fra Giani e Ceccardi, si era ipotizzata la presenza di un significativo voto disgiunto in favore dei due principali candidati alla Presidenza. Per quanto sia complicato calcolare i voti disgiunti, sembra però probabile che abbia fatto questa scelta un numero significativo di elettori di Toscana a Sinistra, considerando che il loro candidato presidente Tommaso Fattori ha raccolto 6.603 voti in meno della sua lista (un dato sorprendente considerando anche il numero significativo di elettori che vota solo il candidato presidente).
Quel che appare evidente è che rispetto a cinque anni fa sono stati molti meno gli elettori che hanno scelto candidati al di fuori del centrosinistra e del centrodestra (anche ignorando che cinque anni fa Forza Italia corse divisa da Fratelli d’Italia e Lega), ma è impossibile stabilire se ciò dipenda dalla volontà di non disperdere il voto. Sia Toscana a Sinistra che il Movimento 5 Stelle hanno preso infatti molti meno voti rispetto alle ultime elezioni, passando in termini percentuali rispettivamente dal 6,3% al 2,2% e dal 15% al 6,4%.
Il nuovo Consiglio regionale
Per effetto del premio di maggioranza previsto dalla legge regionale toscana, il centrosinistra conserva 25 dei 41 consiglieri: oltre al seggio riservato a Giani, 22 vanno al PD e 2 a Italia Viva. Sono invece 14 i seggi spettanti al centrodestra: 9 vanno alla Lega (compreso il seggio di Susanna Ceccardi, che però ha già annunciato che rinuncerà per rimanere eurodeputata), 4 a Fratelli d’Italia e uno a Forza Italia-UdC. Il Movimento 5 stelle passa da 4 a 2 eletti, mentre la lista di sinistra di Tommaso Fattori finisce sotto la soglia di sbarramento.
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