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Ballottaggi 2020: tutti i numeri

Ecco quali sono le sfide più attese del voto di domenica 4 e lunedì 5 ottobre. Al voto per il primo turno anche 61 comuni siciliani.

Domenica 4 e lunedì 5 ottobre si svolgerà il turno di ballottaggio in 67 comuni italiani. Il secondo turno è previsto in due casi:

  • In tutti i comuni che vengono chiamati “superiori”, cioè in quelli con una popolazione maggiore di 15.000 abitanti (nella Provincia autonoma di Trento questa soglia è abbassata a 3.000) dove nessun candidato sindaco è riuscito ad ottenere il 50% + 1 dei voti validi al primo turno;
  • Nei comuni con meno di 15.000 abitanti (3.000 nella Provincia autonoma di Trento), qualora il primo turno si sia concluso con un pareggio tra due candidati.

Il 20 e il 21 settembre sono stati chiamati a eleggere il proprio sindaco i cittadini di 955 comuni italiani: di questi, 135 sono comuni “superiori”. L’esito del voto ha permesso la proclamazione di 884 sindaci, mentre le elezioni in 4 comuni (Bisenti in Abruzzo, Melito di Porto Salvo in Calabria, Voltago Agordino in Veneto e Lesina in Puglia) sono state annullate: in questi 4 comuni, essendo presente un solo candidato sindaco, occorreva portare alle urne almeno la metà degli aventi diritto, ma così non è avvenuto e pertanto si andrà verso il commissariamento.

Nei restanti 67 comuni, per l’appunto, si è reso necessario il ricorso al ballottaggio:

  • I comuni “superiori” sono 63: 58 hanno più di 15.000 abitanti, mentre i restanti 5 si trovano nella Provincia autonoma di Trento e hanno tra i 3.000 e i 15.000 abitanti;
  • In 4 comuni con meno di 15.000 abitanti il ballottaggio si è reso necessario per un pareggio tra due candidati: si tratta di due comuni valdostani (La Salle e Champdepraz), un comune laziale (Montebuono) e uno campano (Lacco Ameno).

 

Non solo ballottaggi

In Sicilia e Sardegna il primo turno delle elezioni comunali non si è tenuto il 20 e il 21 settembre come nel resto del Paese, ma sono state decise date diverse:

  • In Sicilia si eleggeranno 61 sindaci: il primo turno è previsto proprio per il 4-5 ottobre, in concomitanza con i ballottaggi di cui abbiamo parlato finora, mentre il secondo turno – possibile solo nei 16 centri con più di 15.000 abitanti – sarà il 18 e il 19 ottobre. Va osservato che sull’isola il sistema elettorale è leggermente diverso dal resto d’Italia: nei comuni siciliani con più di 15.000 abitanti il ballottaggio è necessario solo qualora nessun candidato raggiunga il 40% dei voti validi al primo turno (invece del 50%).
  • In Sardegna, invece, bisognerà aspettare il 25-26 ottobre per il primo turno in 160 comuni e l’8-9 novembre per gli eventuali ballottaggi, possibili solo nei 4 comuni con più di 15.000 abitanti.

Proprio perché non si votava anche per le comunali (e nemmeno per le regionali), in queste due regioni al referendum del 20-21 settembre è stata registrata l’affluenza più bassa: 35,4% in Sicilia e 35,7% in Sardegna, contro una media nazionale del 53,8% (51,1% se si considerano anche i voti degli italiani all’estero).

 

Capoluoghi al voto

Le elezioni amministrative del 2020 prevedono il voto in 18 capoluoghi. Tra questi, due si trovano in Sicilia (Agrigento ed Enna) e quindi avranno il primo turno proprio il 4 e il 5 ottobre, mentre nell’unico capoluogo sardo al voto, Nuoro, come anticipato si voterà il 25-26 ottobre, con possibile ballottaggio due settimane dopo.

Nei restanti 15 capoluoghi, dunque, si è già votato il 20-21 settembre: in 6 di questi, il sindaco è stato eletto al primo turno. Il centrosinistra si è in particolare riconfermato, senza bisogno del ballottaggio, alla guida di Mantova (Mattia Palazzi), Trani (Amedeo Bottaro) e Trento (Franco Ianeselli), mentre il centrodestra ha riconfermato Luigi Brugnaro come sindaco di Venezia e Fermo è rimasta nelle mani dell’indipendente di centro Paolo Calcinaro. Macerata è stata l’unica città capoluogo a cambiare colore al primo turno con la vittoria di un leghista, Sandro Parcaroli, che ha sconfitto il candidato del centrosinistra.

Sono dunque 9 i capoluoghi al ballottaggio il 4 e il 5 ottobre: il centrodestra al momento ne governa 3 (Arezzo, Chieti e Matera), mentre il centrosinistra ha 4 uscenti (ad Aosta, Bolzano, Lecco e Reggio Calabria) e i 2 capoluoghi restanti escono da un commissariamento (Andria e Crotone).

In 5 di questi 9 comuni va in scena la classica sfida tra centrosinistra e centrodestra, con il primo schieramento che parte in testa a Reggio Calabria (Giuseppe Falcomatà) e Bolzano (Renzo Caramaschi) e il secondo che ha invece ottenuto la maggioranza relativa dei voti validi al primo turno ad Arezzo (Alessandro Ghinelli), Chieti (Fabrizio Di Stefano) e Lecco (Peppino Ciresa).

Per quanto riguarda gli altri 4 capoluoghi, ad Aosta il candidato del centrosinistra Gianni Nuti parte in vantaggio su Giovanni Girardini, candidato del movimento fondato da Vittorio Sgarbi, Rinascimento. A Crotone, invece, il centrodestra guidato da Antonio Manica sfida un esponente appoggiato da liste civiche, Vincenzo Voce. Osservate speciali saranno infine Andria e Matera, dove rispettivamente il centrosinistra con Giovanna Bruno e il centrodestra con Rocco Sassone partono in vantaggio e sfidano il Movimento 5 Stelle: sarà interessante, in particolare, il caso di Matera, dove Domenico Bennardi è appoggiato sia dal Movimento 5 Stelle che da alcune liste del centrosinistra (Volt, PSI, Europa Verde) e ha raccolto l’endorsement – pur senza alcun apparentamento formale – del candidato del PD Giovanni Schiuma, arrivato terzo al primo turno.

In Sicilia, abbiamo detto che negli stessi giorni si voterà per il primo turno ad Agrigento ed Enna. Ad Agrigento, a sfidare il sindaco uscente Calogero Firetto (centrosinistra) saranno 5 candidati: Marco Zambuto (FI, UdC, #DiventeràBellissima), Daniela Catalano (Lega, FdI, Nuova Agrigento), Marcella Carlisi (M5S), Angela Galvano (2 liste di centrosinistra) e Francesco Micciché (Vox Italia e 3 liste civiche). A Enna, invece, Maurizio Dipietro va alla ricerca del secondo mandato, appoggiato da Italia Viva e 4 liste civiche: a sfidarlo saranno Dario Cardaci (PD e altre 3 liste), Cinzia Amato (M5S), Giuseppe Savoca (Lega) e Maurizio Bruno (Cives).

 

Altri comuni importanti al voto

Tra le principali città non capoluogo che andranno al voto domenica 4 e lunedì 5 ottobre si annovera anche Giugliano in Campania, che ha la peculiarità di essere l’unico comune italiano non capoluogo con oltre 100.000 abitanti. Tra i 50.000 e i 100.000 abitanti al ballottaggio troviamo invece la città lombarda di Legnano, mentre a Marsala, in Sicilia, si terrà il primo turno.

Nella fascia compresa tra i 40.000 e i 50.000 abitanti, al ballottaggio ci sono 7 comuni che non sono capoluoghi: Avezzano (AQ), Cascina (PI), Corato (BA), Marcianise (CE), Pomigliano d’Arco (NA), Senigallia (AN) e Terracina (LT). A essi si aggiunge Barcellona Pozzo di Gotto, città del messinese in cui si terrà il primo turno.

Particolarmente degne di attenzione le sfide a Cascina e Senigallia, i cui sindaci uscenti sono stati sconfitti alle elezioni regionali:

  • La leghista Susanna Ceccardi, diventata nota nel 2016 per aver espugnato la roccaforte rossa di Cascina, si era dimessa da sindaco nel 2019 in seguito all’elezione come europarlamentare, ed è stata sconfitta alle ultime regionali toscane contro Eugenio Giani. Qui il candidato del centrosinistra parte in vantaggio su quello di centrodestra (38,7% a 33,1%).
  • Maurizio Mangialardi, di cui era in scadenza il secondo mandato come sindaco di Senigallia in quota PD, è stato battuto da Francesco Acquaroli (centrodestra) alle elezioni regionali nelle Marche. Anche nel suo comune, come a Cascina, il candidato del centrosinistra parte in vantaggio sul rivale di centrodestra (43,5% a 34,2%).

 

L’appuntamento

Lo spoglio comincerà lunedì 5 alle 15, subito dopo la chiusura dei seggi, e non sono previsti exit poll né proiezioni. YouTrend, in ogni caso, seguirà lo scrutinio sui suoi canali social, “chiamando” la vittoria dei sindaci eletti non appena i dati permetteranno di stabilire con certezza il vincitore.

Fabio Riccardo Colombo

Lombardo, classe 1995. Laureato in Scienze Politiche all’UniMi con una tesi pubblicata in epidemiologia su Covid-19 e diseguaglianze in Lombardia, ora studente magistrale di Biostatistica (UniMiB).

Appassionato di movimenti sociali, sistemi elettorali e storia locale. Studia e combatte le diseguaglianze. Nel tempo libero pellegrina per laghi e monti, suona il violoncello, gira scuole, bar e social network con la divulgazione, per provare ad avvicinare i più distanti le sue principali passioni: i dati e la politica.

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