Non importa come le elezioni presidenziali finiscano. Lo stretto margine con cui ha vinto Biden nella contea di Miami-Dade, dove la Clinton vinse con ampio margine nel 2016, ha aperto le porte alla graduale ascesa di Trump in Florida, uno stato che doveva vincere per mantenersi in gara fino all’ultimo voto.
Anche stavolta la Florida ha avuto un ruolo centrale nelle elezioni presidenziali. Qui Donald Trump doveva vincere e l’ha fatto, non solo come nelle altre roccaforti repubblicane, ma ha conquistato uno swing state fondamentale che lo ha avvicinato ai 270 grandi elettori utili per vincere le elezioni. Nel 2016 Trump vinse con un margine minimo rispetto a Hillary Clinton, circa 1,2%. L’anno scorso si è dichiarato cittadino dello stato della Florida e ha votato personalmente nella contea di Palm Beach questo ottobre. Ha visitato lo stato ben sedici volte quest’anno e la scorsa domenica ha tenuto un rally all’aeroporto Opa-Locka di Miami, 65 miglia a sud della sua residenza a Mar-a-Lago. Insomma, il presidente giocava in casa: i sondaggi prevedevano una “tight race” tra i due candidati con un distacco di pochi punti percentuali, pronosticando comunque una vittoria di Trump come molto probabile. Così è stato.
La partita tra Trump e Biden si è giocata tutta sugli elettori ispanici, che qui rappresentano il 26% della popolazione complessiva. Durante la campagna elettorale, Trump ha puntato sui discendenti degli esuli cubani e della comunità venezuelana, che identificano Biden come un simbolo del socialismo, malgrado la sua reputazione di moderato. Al contrario, Biden ha cercato di scommettere sulla cattiva gestione dell’epidemia di COVID-19.
La vittoria di Trump in Florida è apparsa decisiva una volta ottenuto un sorprendente 46% nella contea di Miami-Dade, la più popolosa dello stato, contro il precedente 34% nel 2016. Dati alla mano, Trump ha ottenuto il 43% del voto della maggioranza bianca e circa il 55% del voto ispanico in Miami-Dade, lo stesso che Hillary conquistò con il 56% quattro anni prima. Nella città di Hialeah, il cui 73% dei residenti ha origini cubane, Trump ha preso oltre i due terzi dei voti mentre nel 2016 aveva un margine molto ridotto.
Come ha riportato Reggie Cardozo, è mancata la presenza sul territorio del partito, affinché quest’ultimo convincesse gli elettori a recarsi ai seggi. L’unica a riuscire nell’impresa è stata la neo-eletta sindaca democratica Daniella Levine Cava, la prima donna non ispanica dopo 24 anni di cubano-statunitensi del partito repubblicano.
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