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USA 2020: le contee roccaforti

Con i dati parziali per contea la mappa degli Stati Uniti si colora di viola, ma aumenta la polarizzazione tra aree urbane e rurali

I dati ufficiali arriveranno solo tra qualche settimana e lo scrutinio in alcune contee è ancora in corso (mancano ad esempio molti voti in contee non decisive di New York e California), ma possiamo già inquadrare qualche dato emerso da queste elezioni presidenziali. 

In 568 delle oltre 3 mila contee di tutto il Paese, uno dei due candidati ha ricevuto oltre l’80% delle preferenze. Aumenta dunque la polarizzazione del voto nelle contee storicamente “sicure” per entrambi i partiti, visto che nel 2016 le contee ad aver superato l’80% di voti per uno dei due candidati furono quasi 200 in meno (385). Ciononostante, la mappa degli Stati Uniti può colorarsi non soltanto di rosso o blu, ma anche con sfumature intermedie nelle contee in cui il margine tra repubblicani e democratici è stato meno netto.

Senza dimenticare che sono le persone a votare e non la terra – e dunque una mappa come questa meglio rappresenta geograficamente il voto negli Stati Uniti –  è importante sottolineare che il Presidente uscente ha vinto in un grande numero di contee con un basso numero di abitanti (oltre 2.490, secondo i dati non ufficiali) mentre Biden si è imposto con un ampio vantaggio nelle contee più popolose (circa 470) e che rappresentano il 70% del PIL del Paese. In 540 contee Trump ha ottenuto più dell’80% delle preferenze, con un totale di circa 3 milioni di voti; Biden ha conquistato invece circa 4 milioni e mezzo di voti nelle 28 contee in cui ha superato la soglia dell’80%. Nel 2016 furono 368 le contee a superare quella percentuale per Trump, 17 per Clinton.

 

Le roccaforti dei due partiti 

Questi numeri confermano la forza dei Democratici nelle grandi aree metropolitane. Come nel 2016, la roccaforte Dem resta Washington D.C., dove Biden ha per ora il 93,2% di consensi – contro il 92,8% ottenuto da Clinton – insieme ad altre contee in cui si trovano grandi città come Baltimora, New York e San Francisco. 

Dall’altra parte, i Repubblicani confermano la propria forza nelle contee rurali. Soltanto in una delle 32 contee in cui Trump ha ottenuto più del 90% dei consensi troviamo più di 10 mila elettori: si tratta della contea di Winston in Alabama, in cui Trump ha ottenuto circa il 90% dei voti. Roberts County, in Texas, si riconferma la contea con la maggiore quota di elettori repubblicani (529 dei 550 votanti, pari al 96,2%), in cui si rintraccia anche il margine più ampio tra i due candidati, con 93 punti percentuali di distacco. Le altre contee in cui il dominio di Trump è stato netto si dividono principalmente tra Texas, Nebraska e Oklahoma.

 

Nel panorama politico ed elettorale degli Stati Uniti, il divario ideologico e la spaccatura tra un’America rurale a supporto del Partito Repubblicano e le grandi aree metropolitane a supporto dei Democratici non è una novità. Nel 2000, ad esempio, la Virginia era uno stato solidamente in mano al Partito Repubblicano mentre quest’anno, per la quarta elezione consecutiva, le aree metropolitane dello Stato lo hanno consegnato nuovamente ai Dem.
A tornare in gioco in questo 2020 sono state le contee suburbane, che sono state al centro del dibattito politico soprattutto nell’ultima parte della campagna elettorale e che, nel cosiddetto blue wall, hanno permesso a Joe Biden di riconquistare Stati vinti da Trump nel 2016. 

 

Anche il dato sull’affluenza, che ha permesso a Biden di ottenere il maggior numero di preferenze nella storia degli Stati Uniti, ha inciso notevolmente in alcune contee più che in altre. Se nel 2016 votarono poco meno di 130 milioni di americani, quest’anno, secondo i dati parziali, si sono recati alle urne più di 150 milioni di elettori. I maggiori incrementi si sono verificati nelle grandi città, ma non sempre con numeri a favore di Biden: in aree metropolitane come Salt Lake City, Dallas e Denver i Democratici hanno aumentato il proprio bottino di voti rispetto al 2016, così come in altre contee rivelatesi decisive – tra cui compaiono Maricopa in Arizona (dove troviamo la città di Phoenix) o Allegheny in Pennsylvania; tuttavia, in contee metropolitane come quelle di Philadelphia, Los Angeles o Miami-Dade, Trump ha invece strappato voti ai Democratici grazie soprattutto al voto delle minoranze afroamericane e, nel caso di Los Angeles e Miami-Dade, dei latinos

Daniele Baldo

Studente laureando in Scienze del Governo all'Università di Torino. Si occupa di Stati Uniti su Instagram con la pagina @intheusa.it e vive di politica, non solo americana.

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