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In cosa spendono le famiglie italiane ed europee

I dati Eurostat mostrano che i costi relativi alla propria abitazione e alle bollette costituiscono la voce più importante della spesa delle famiglie

I consumi delle famiglie sono un elemento centrale dell’economia europea, nonché la principale componente del PIL. Per capire come i cittadini europei spendano i propri soldi, Eurostat ha realizzato uno studio relativo ai consumi del 2019 negli Stati UE, dal quale esce un quadro variegato dei paesi dell’Unione.

 

Il profilo della famiglia europea

Nel 2019 quasi un quarto del reddito familiare è stato speso per questioni relative alla propria abitazione, come mutuo o affitto, e per le relative bollette: questa è la principale spesa che affrontano le famiglie. Subito dopo ci sono il cibo e le bevande analcoliche e i trasporti con il 13%. Ancora in doppia cifra troviamo “beni e servizi vari”.

 

Negli ultimi dieci anni la composizione della spesa delle famiglie è comunque cambiata, anche se senza grandi sconvolgimenti. In particolare, si osserva un aumento della quota destinata alla ristorazione e agli alberghi (+0,8 punti percentuali), ai trasporti (+0,4) e alla salute (+0,3). Si è assistito invece un calo della spesa per le comunicazioni (-0,6), per l’abbigliamento (-0,4) e per mobili e altri acquisti per la casa (-0,2). 

Questi numeri chiaramente vanno messi in relazione anche al cambiamento dei prezzi nel tempo. Si osserva come i maggiori aumenti di prezzo negli ultimi dieci anni si siano avuti su alcolici e tabacco, su ristoranti e alberghi, su trasporti e formazione scolastica. A calare, invece, sono state solo le comunicazioni (-24,6%).

 

I consumi delle famiglie italiane

Le famiglie italiane spendono il 23% del loro reddito per l’abitazione e le bollette, il 14% per il cibo e le bevande analcoliche e il 13% per i trasporti. Dopo troviamo ristoranti e hotel a pari merito al 10% con beni e servizi vari.

Complessivamente, in Italia le famiglie spendono più della media europea in cibo, bevande varie, tabacco, abbigliamento, mobili e ristoranti. In particolar modo, su abbigliamento, hotel e ristoranti la differenza è considerevole: in media il 25% in più. Spendono invece di meno sulle spese relative alla casa, alla salute, ai trasporti, alle comunicazioni, alla ricreazione, alla cultura e a beni e servizi vari. Le differenze maggiori in questo secondo gruppo sono su salute e cultura: il 20% in meno.

 

 

Le differenze tra paesi

In rapporto al PIL del 2019, i paesi dove la spesa delle famiglie è una componente più consistente del PIL nazionale sono Grecia (76,1% del PIL), Croazia (73,0%) e Cipro (70,7%), mentre i livelli più bassi si trovano in Irlanda (28,2%), Lussemburgo (32,9%), Paesi Bassi (43,2%) e Svezia (43,6%).

I livelli più elevati di spesa per i costi legati all’abitazione sono stati riscontrati in Finlandia (28,8%), Slovacchia (28,4%) e Danimarca (27,9%), mentre i livelli più bassi a Malta (12,3%), in Lituania (14,9%) e a Cipro (15,6%). Solo in Estonia, Ungheria, Lituania e Romania, inoltre, questa non è la prima voce di spesa delle famiglie.

Per quanto riguarda il cibo e le bevande analcoliche, la maggiore spesa si ha in Romania (26,0%), Lituania (20,2%), Estonia (19,3%) e Bulgaria (18,4%), mentre quella minore in Irlanda (8,6%), Lussemburgo (8,9%) e Austria (9,7%). A spendere di più per alcolici e tabacco sono invece Lussemburgo (7,8%), Repubblica Ceca (7,8%) e Ungheria (7,60%), mentre in fondo alla lista ci sono Austria (3,1%), Paesi Bassi (3,1%) e Portogallo (3,2%). 

Sui trasporti, la maggiore spesa si ha in Slovenia (17,0%), Lussemburgo (16,0%) e Lituania (15,8%) e quella minore in Slovacchia (6,5%), Croazia (9,4 %) e Repubblica Ceca (10,0%).

I consumatori di Malta (20,4%), Grecia (17,8%) e Cipro (16,6%), infine, sono quelli che spendono mediamente di più in alberghi e ristoranti, mentre all’estremo opposto ci sono e Polonia (3,7%), Romania (4,4%) e Lituania (4,5%). 

 

 

Questi dati, in ogni caso, sono relativi al 2019, e sarà interessante confrontarli con quelli del 2020, quando saranno disponibili: la pandemia avrà ridisegnato i consumi delle famiglie italiane ed europee?

Lorenzo Ruffino

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