La riduzione del numero dei parlamentari, approvata dal referendum costituzionale dello scorso settembre, ha inevitabilmente comportato delle modifiche al Rosatellum, il sistema elettorale attualmente in vigore. La riduzione dei deputati da 630 a 400 e dei senatori elettivi da 315 a 200, infatti, ha imposto un ridisegno dei collegi elettorali – sia di quelli plurinominali, sia di quelli uninominali – previsti da tale sistema.
In un precedente articolo vi avevamo già mostrato le mappe interattive dei nuovi collegi post-taglio, che il 23 dicembre sono diventati ufficiali con la firma apposta dal Presidente Mattarella al decreto che li ridisegna.
🔴 Nuovi #collegi del #Rosatellum: il Presidente della Repubblica ha firmato il decreto legislativo che ridisegna i collegi elettorali in seguito alla riduzione dei parlamentari
— YouTrend (@you_trend) December 23, 2020
Oggi facciamo un passo oltre: cosa accadrebbe se si tenessero le elezioni politiche e si votasse col Rosatellum, sulla base di questi nuovi collegi proposti? Per scoprirlo abbiamo condotto 5 simulazioni, ognuna basata su un diverso schema di coalizioni tra i principali partiti. Nel Rosatellum, infatti, oltre un terzo dei parlamentari viene eletto, sia alla Camera che al Senato, in collegi uninominali, nei quali i partiti si possono alleare presentando candidati unitari col supporto di tutta la coalizione: proprio per questo motivo, le coalizioni pre-elettorali sono determinanti nel Rosatellum.
Per simulare la distribuzione dei partiti nei nuovi collegi siamo partiti dalle percentuali nazionali della Supermedia YouTrend del 17 dicembre. Le percentuali di ogni partito in ciascun collegio sono state poi calcolate sommando al risultato di quel partito in quel collegio alle elezioni europee del 26 maggio 2019 il suo swing nazionale, calcolato come la media fra la differenza assoluta e relativa a livello nazionale dal 2019.
Ad esempio, ipotizziamo che il partito A avesse ottenuto il 10% nazionale alle europee e ora sia stimato al 15% nella Supermedia YouTrend. In questo caso, la sua differenza assoluta sarebbe +5% (15%-10% = 5%), mentre la differenza percentuale sarebbe +50% (5%/10% = 50%). Se nei comuni del collegio uninominale X alle europee la sua percentuale fosse stata del 20%, il suo risultato proiettato ad oggi sarebbe la media fra 25% (20% + 5% = 25%) e 30% (20% + 20%x50% = 30%), quindi il 27,5%. In pratica, a fronte di una crescita nazionale ipotizziamo che la percentuale di un partito cresca un po’ di più nelle sue zone di maggiore forza rispetto a quelle in cui in passato era meno radicato.
Nella tabella qui sotto abbiamo sintetizzato gli schieramenti utilizzati nei 5 scenari, le cui simulazioni si trovano nelle pagine successive. Si tenga presente che dalle simulazioni sono stati esclusi i seggi riservati alla Circoscrizione Estero (8 alla Camera e 4 al Senato). In 3 scenari su 5 (A, B e D) il centrodestra otterrebbe la maggioranza assoluta dei seggi in entrambe le Camere, mentre nello scenario C nessuno schieramento avrebbe i numeri per governare in autonomia e nello scenario E la maggioranza assoluta dei seggi sarebbe in mano a un maxischieramento comprendente tutto il centrosinistra (compresi Italia Viva, +Europa e Azione) e il Movimento 5 Stelle.
Gli emicicli di Camera e Senato per ogni scenario, come detto, si trovano nelle pagine successive. Qui sotto abbiamo invece provato a rappresentare, sempre per ognuno dei 5 scenari selezionabile dal menù a tendina, lo schieramento vincente in ognuno dei nuovi collegi uninominali (147 alla Camera, 74 al Senato).
ovio,io,cittadino medio cre,,3 media,,sersle non ci capisco,un gran cheè,,mi chiedo terra terra,,vercelli,,ex p2,,collegioregione piemonte,,avrà,,una deputazione ho,si vota solo,per il quorum,,del sbarramento,3,,per cento ma niente deputati senatori,,,in quanto,,ovvio,novara farebbe ko,,etc ecco,mi interessa sapere capire ciòò