L’attacco a Capitol Hill del 7 gennaio ha lasciato molti televisori accessi a seguire con attenzione quello che si stava verificando in luogo di assoluta importanza per la politica americana. Scene surreali raccontavano l’America più estrema: quella delle armi d’assalto, del simbolismo cospirazionista e delle bandiere confederate, sollevate da uomini bianchi con indosso cappellini pro-Trump.
Ma le foto dell’insurrezione al Congresso testimoniano anche marchi, stemmi e simbologie delle più ancestrali e controverse teorie complottiste della storia. È sufficiente studiare i tatuaggi di uno dei principali agitatori della protesta, Jake Angeli, per ritrovare il martello di Thor (Mjöllnir) e l’albero del mondo (Yggdrasil), due simboli della mitologia norrena adottati dai movimenti nazionalisti di estrema destra. Altro simbolo è quello del Valknut, composto da tre triangoli che si intersecano l’uno con l’altro e ripreso dai suprematisti bianchi.
Ma uno dei simboli maggiormente comparso, assieme a cartelloni che inneggiavano al salvataggio di bambini, è stata la ‘Q’ del movimento QAnon, di cui lo stesso Angeli è un convinto sostenitore. La presenza di esponenti della nota teoria complottista al Congresso non deve però sorprendere, vista la dichiarata venerazione del movimento per la figura di Donald Trump.
Dal Tempio di Salomone al ruolo messianico di Trump: ecco in cosa crede QAnon
La particolarità di QAnon è che si tratta di un movimento che ha accolto al suo interno una sintesi delle principali teorie complottiste di tutti i tempi: dal mito della città perduta di Atlantide ai culti ufologici, fino al ruolo segreto della massoneria e degli ebrei dietro ai mass media.
Ma la maggior parte delle proprie convinzioni QAnon le ha tratte da una ben più recente teoria cospirazionista, la cui credibilità è data già dal nome: il Pizzagate. Si tratta di una teoria nata durante la campagna presidenziale del 2016 secondo la quale il Partito Democratico stava gestendo un traffico pedopornografico in una pizzeria di Washington.
QAnon ha ripreso alcuni aspetti essenziali del Pizzagate, aggiungendo dettagli macabri come il cannibalismo, rivolgendo le proprie accuse agli alti esponenti del Partito Democratico e a quei miliardari noti per finire spesso nel mirino delle teorie complottiste, come Bill Gates o George Soros. Ciò che sostiene in sostanza il culto è che questi personaggi facciano parte di una setta pedosatanista che uccide i bambini per estrarne l’adrenocromo, un’elisir di lunga vita che si trova nel loro sangue. Una teoria che risalirebbe fino al Tempio di Salomone, costruito dal re in onore del del dio Moloch, la cui venerazione prevedeva proprio il sacrificio dei bambini.
I militanti di QAnon hanno così identificato nel loro nemico – il deep state – l’incarnazione di Satana e in Donald Trump una forma di Messia incaricato di traghettare il Paese verso il cosiddetto ‘Grande Risveglio’, una rinnovata consapevolezza mistica che seguirà la ‘Tempesta’, ossia l’arresto – diretto da Trump – della setta democratica di pedosatanisti.
Molti degli esponenti di QAnon che hanno partecipato all’assalto al Congresso hanno visto in quella rivolta e nel precedente incitamento dello stesso presidente il ‘segnale’ che il giorno della tempesta profetica era arrivato. Come si è visto, però, nessuna tempesta è seguita all’assalto di Capitol Hill. Ma ciò che caratterizza questo movimento – così come molte altre teorie cospirazioniste – è la capacità di dimenticare ogni profezia che non si è mai avverata.
Fenomeno di delirio collettivo o tentativo di nascondere un radicalismo esasperato?
Il primo post firmato ‘Q’ apparso sul forum online 4chan – in cui un utente che si dichiarava un alto funzionario dell’intelligence americana rivelava l’esistenza di questa setta – aveva attirato l’attenzione di un modesto pubblico evidentemente suscettibile alle fake news.
Oggi però QAnon è considerata una minaccia terroristica dall’FBI. Nel giro di poco tempo, infatti, quella che era nata come una subcultura cospirazionista online si è allargata al punto da ottenere, se non l’aperta approvazione, quantomeno la simpatia di Trump e di importanti membri dello staff presidenziale.
Non solo: alcuni repubblicani al Congresso – in primis la neoeletta deputata Marjorie Taylor Greene – hanno dichiarato di sposare la causa del movimento, portando di fatto una delle maggiori teorie del complotto degli ultimi anni nella pancia della democrazia americana.
Come mostra il grafico di GoogleTrends, negli ultimi 12 mesi la ricerca della parola ‘QAnon’ online ha avuto dei picchi importanti a partire dal luglio 2020, in piena campagna elettorale. Da notare che l’apice è stato raggiunto intorno al 16-22 agosto, ossia nei giorni in cui Donald Trump dichiarava alla stampa di non saperne molto sul movimento, ma di apprezzarlo in quanto suo sostenitore.
Grazie all’appoggio di Trump, QAnon ha dunque trovato pane per i propri denti o, in altre parole, una legittimazione formale alla propria causa. Una causa che in alcuni casi rivela una sincera – seppur irrazionale – preoccupazione per l’esistenza di un traffico di minori, ma che in altri casi cela piuttosto il tentativo di alcune persone di mascherare un razzismo e un antisemitismo accentuato, cercando nella venerazione di questi culti la ‘scappatoia’ con cui legittimare le proprie convinzioni controverse.
È esemplare la diffusione che questo culto ha avuto in Germania, dove è stato favorevolmente accolto dall’AfD (Alternativa per la Germania), un partito politico di estrema destra, con posizioni antisemite e razziste e dichiaratamente insoddisfatto dalle politiche del governo. Una delle teorie più controverse del movimento tedesco – che ha già raccolto oltre 200.000 adepti – vedeva infatti il primo ministro inglese Boris Johnson al fianco del presidente Trump nella battaglia per liberare la Germania dalla presidenza Merkel.
Convinzioni al limite dell’esilarante, ma che in Germania, così come in ogni altro Paese, smettono di essere delle innocenti ‘stupidaggini’ nel momento in cui vengono fatte proprie da individui disposti ad agire se qualcuno gli dà da mangiare.
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