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Il calcio va al voto: come si elegge il Presidente della FIGC?

Ecco come lo Statuto federale della FIGC regola l’elezione del Presidente

Lunedì 22 l’Assemblea federale elettiva della Federazione Italiana Giuoco Calcio, l’organo che dal 1898 regola il calcio professionistico e dilettantistico italiano, è chiamata a eleggere il Presidente e i membri del Consiglio Federale per il prossimo quadriennio olimpico.

Lo Statuto federale descrive i poteri degli organi che compongono la FIGC. Il Presidente federale è il rappresentante legale della Federazione e le sue funzioni sono esercitate soprattutto nell’ambito tecnico-sportivo, per esempio attraverso la nomina dei direttori tecnici delle squadre nazionali. Il Consiglio federale è l’organo normativo e di indirizzo generale della FIGC: composto da 21 membri, incluso il Presidente della Federazione, emana le importanti norme organizzative interne (NOIF), il Codice di giustizia sportiva e altri testi regolamentari.

L’Assemblea che elegge il Presidente federale si compone di 276 delegati e rappresenta le 7 componenti della FIGC:

  • Le 4 leghe calcistiche: Lega Nazionale Professionisti Serie A, Lega Nazionale Professionisti Serie B, Lega Italiana Calcio Professionistico (più comunemente nota come Lega Pro, è quella che organizza la Serie C) e Lega Nazionale Dilettanti (che organizza le competizioni dalla Serie D in giù);
  • Gli atleti;
  • I tecnici;
  • Gli arbitri.

Tutte le società appartenenti ai campionati di Serie A, B e C hanno diritto di voto, mentre la Lega Nazionale Dilettanti, gli atleti, i tecnici e gli arbitri partecipano al voto attraverso dei delegati designati attraverso appositi regolamenti elettorali.

Il sistema elettorale che regola l’elezione del Presidente federale è, nella sua logica di fondo, non molto dissimile dal sistema attualmente in uso per l’elezione dei presidenti delle province italiane. Si tratta, infatti, di un voto ponderato, dal momento che i 276 delegati dispongono, complessivamente, di 516 voti elettorali. Il voto di ogni delegato ha pertanto un peso diverso in relazione alla componente di cui fa parte. Il voto espresso da ciascun rappresentante delle società di Serie A, infatti, verrà moltiplicato per 3,1, un peso superiore a quello dei membri di tutte le altre componenti. Tuttavia è la Lega Nazionale Dilettanti a detenere, nel suo complesso, la quota maggiore di voti elettorali (176).

Il voto dei delegati non è vincolato all’appartenenza a una componente: ciascuno di essi può liberamente votare per il candidato alla presidenza che preferisce. Lo scrutinio, inoltre, è segreto, e il quorum per l’elezione è fissato alla metà più uno dei voti esprimibili dai delegati presenti in Assemblea: in caso di mancata elezione al primo scrutinio si tengono fino a due turni di ballottaggio.

I candidati in corsa per la presidenza, a questa elezione, sono soltanto due: il presidente uscente Gabriele Gravina e l’attuale presidente della Lega Nazionale Dilettanti Cosimo Sibilia.

Oltre al Presidente, il 22 febbraio si terrà anche l’elezione del Consiglio federale, l’organo collegiale in cui sono rappresentati i membri di tutte le componenti del calcio italiano: il Presidente federale ne fa parte di diritto, analogamente al presidente dell’AIA in rappresentanza degli arbitri, mentre i restanti 19 membri provengono dalle tre leghe professionistiche (3 dalla Serie A, 1 dalla Serie B, 3 dalla Lega Pro), dalla Lega Nazionale Dilettanti (6), dai calciatori (4) e dai tecnici (2).

Ciascuna delle 7 componenti elegge i membri che le rappresenteranno in Consiglio federale. I presidenti di ciascuna delle 4 leghe calcistiche ne fanno parte di diritto. Inoltre, tra i componenti della Lega Nazionale Dilettanti dev’essere designato almeno un consigliere per ogni area geografica (Nord, Centro e Sud); tra gli atleti devono essere rappresentati, oltre agli uomini e ai calciatori professionisti, sia le donne che i dilettanti; infine i due tecnici devono necessariamente essere un uomo e una donna e rappresentare sia i professionisti che i dilettanti.

Marco Giannatiempo

Dottore di ricerca in Politiche Pubbliche. Sostenitore della democrazia dei partiti. Salernitano di nascita e di fede calcistica.

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