Mercoledì scorso l’Istat ha pubblicato i risultati di un sondaggio effettuato tra il 12 dicembre e il 15 gennaio, con il quale ha analizzato il comportamento della popolazione italiana nel corso della seconda ondata della pandemia.
Le misure adottate e l’informazione
Le misure adottare per arginare i contagi, a partire dal cosiddetto “sistema a colori”, sono ritenute utili da oltre l’80% dei cittadini. Seppur a un livello molto alto, si tratta di un dato leggermente minore di quello che si osservò durante il lockdown della scorsa primavera, quando si arrivò al 91%.
A giudicare come “chiare” le informazioni ricevute è l’82,8% degli intervistati: anche in questo caso, si tratta di un livello leggermente inferiore rispetto a quello di aprile 2020 (89,5%).
Non c’è particolare ottimismo su quando se ne uscirà: solo il 10,5% crede in una rapida soluzione, mentre il 75,7% ritiene che servirà ancora del tempo e il 90% non ritiene superata l’emergenza.
Per informarsi sulla pandemia gli italiani utilizzano principalmente la televisione: quest’ultima è stata indicata come fonte dal 91,4% degli intervistati. A seguire troviamo i giornali (37,6%), i social media (22,2%) e i contatti con gli operatori sanitari (18,2%), con questi ultimi che risultano più rilevanti al Nord che al Mezzogiorno.
Ci sono comunque delle importanti differenze di età: tra i 18-24enni i social network sono stati indicati dal 37% del campione, mentre tra i 65 e i 74 anni solo dal 6,5% dei casi. Tra gli under 25 il 12,8% si è basato anche su celebrità e influencer.
Mascherine, lavaggio delle mani e vita sociale
In media ci si lava le mani 8,7 volte al giorno (erano 11,6 volte ad aprile 2020) e per circa 5 volte al giorno le si disinfetta. L’8,7% dice di essersi lavato le mani almeno 20 volte nel giorno precedente l’intervista: si va dal 15% dei 35-44enni al 2% degli anziani di 75 anni e più, e lo stesso discorso vale per chi si disinfetta le mani. Questa sembra inoltre essere un’abitudine leggermente più diffusa nelle regioni del Nord rispetto alle altre aree del Paese.
In un giorno le persone hanno pulito o disinfettato in media 1,6 volte le superfici della cucina e dei mobili della casa. Lo ha fatto almeno 3 volte il 22% della popolazione, con quote più alte tra le donne (30,6%), soprattutto tra i 35 e i 44 anni (43,5%).
Per quanto riguarda le mascherine, il 93,2% della popolazione le usa sempre quando si trova in luoghi aperti, mentre il 5,9% lo fa spesso. L’84% usa le mascherine sempre, anche in luoghi al chiuso, in presenza di persone non conviventi.
Il 94,1% delle persone intervistate sostiene che, in base a quanto ha potuto constatare personalmente, le linee guida relative all’utilizzo delle mascherine vengono sempre rispettate nel 72,8% dei casi e spesso nel 21,3%. La percezione di un utilizzo costante è più diffusa nelle regioni del Nord rispetto al Centro-Sud.
Per il distanziamento sociale, invece, il 90,8% dice di essere riuscito sempre a mantenere la distanza di almeno un metro dalle persone non conviventi, mentre l’8,8% riconosce che non sempre è stato possibile mantenere la distanza. Anche il divieto di assembramenti è stato rispettato secondo l’87,8% della popolazione: anche qui, però, emergono differenze territoriali, con una più diffusa percezione di rispetto della norma nelle regioni del Nord del Paese.
Guardando i dati sulle uscite fuori casa, in un giorno medio è uscito il 58,3% dei cittadini di 18 anni e più, mente il 41,7% è rimasto in casa. Il 63% di chi è uscito lo ha fatto una sola volta, il 27,7% due volte e i rimanenti più di due volte. Un dato sicuramente interessante, visto che in tempi normali oltre il 90% delle persone esce di casa in un giorno medio.
Gli uomini sono usciti più delle donne (66% a fronte del 51,2%), mentre rispetto all’età sono soprattutto gli adulti nelle fasce centrali, in particolare tra i 45 e i 54 anni, a essere usciti di più (oltre il 66%). Quote più basse si registrano invece tra gli anziani: è uscito il 43,4% dei 65-74enni e appena il 28,7% degli over 74.
In generale, il 44,5% è uscito per lavoro, il 35% per la spesa, il 21,4% per fare una passeggiata. Chi esce lo fa per lo più di mattina (80,5%) o nel pomeriggio (48,6%). L’87,2% della popolazione ha inoltre affermato di uscire meno spesso rispetto al periodo pre-pandemico: solo per il 10,7% la frequenza degli spostamenti non ha subito modifiche, mentre un marginale 1,4% ha dichiarato di uscire di più rispetto al normale.
Vaccinazioni
Nel sondaggio è stato chiesto agli intervistati di esprimere una posizione rispetto alla seguente affermazione “Se un vaccino Covid-19 diventa disponibile ed è consigliato, lo farei”, utilizzando una scala da 1 a 7 dove 1 significa completamente in disaccordo e 7 assolutamente d’accordo.
Il 70,3% si dice d’accordo (punteggi dal 5 in poi) con l’affermazione: nello specifico, più di 4 persone su 10 esprimono un accordo assoluto scegliendo il punteggio più elevato della scala, cioè 7. Esprime incertezza, collocandosi al centro della scala (4), il 12% dei cittadini, mentre il rimanente 17,8% si colloca su posizioni che esprimono disaccordo. Il punteggio medio è 5,3.
Bisogna comunque considerare che la rilevazione è stata condotta molto prima della vicenda AstraZeneca, quindi nel frattempo la fiducia dei cittadini nei vaccini potrebbe essere mutata. Aver conosciuto una persona infetta, in ogni caso, sembra ridurre il disaccordo e quindi l’indisponibilità al vaccino: i punteggi da 1 a 3 raccolgono i consensi del 22,6% di chi non ha conosciuto persone contagiate, ma si scende al 15,5% tra chi invece ne ha conosciute.
A questo proposito è interessante notare come il 65,7% degli intervistati affermi di conoscere persone che si sono contagiate. A conoscere persone diventate positive sono in maggioranza i 35-44enni (75,6%), mentre tra gli anziani il dato scende al 47%.
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