Lo scorso fine settimana la struttura guidata dal Commissario straordinario per l’emergenza Covid-19, il generale Francesco Paolo Figliuolo, ha pubblicato una serie di target a livello regionale da rispettare per il periodo 23-29 aprile.
Ma sono stati effettivamente rispettati?
Le somministrazioni a livello nazionale
Nella giornata di ieri si sono raggiunte le fatidiche 500.000 somministrazioni giornaliere, ma la struttura commissariale prevedeva di fare molti più vaccini nei giorni precedenti. In quei sette giorni i target erano infatti pari a 2,85 milioni di dosi, ma ne sono state fatte 2,65 milioni, 193.000 in meno rispetto all’obiettivo.
Bisogna anche considerare che gli obiettivi sono stati pubblicati nella giornata del 24 aprile, ma il 23 aprile l’obiettivo era di 320.289 dosi e la struttura commissariale sapeva che era già stato superato.
Per ieri l’obiettivo era di arrivare a fare 504.484 somministrazioni e per ora ne risultano 508.158. Negli ultimi giorni diverse regioni si erano riferite a ieri come a uno “stress test” per valutare la capacità di fare vaccini in un giorno. Il dato di ieri potrebbe non essere ancora completamente consolidato.
Anche in questo caso va considerato che il piano iniziale del generale Figliuolo prevedeva una media settimanale di 500.000 somministrazioni e non solo di raggiungerle in un giorno. Allo stesso tempo va tenuto conto che le dosi finora consegnate non permettono di tenere un simile ritmo.
Le somministrazioni regionali
A livello regionale ci sono grandi discrepanze tra una regione e l’altra sul rispetto dei target. Va però osservata come prima cosa che i target non erano uguali per tutte le regioni. La popolazione da vaccinare su sette giorni era:
- più del 5% per Lombardia, Toscana, Umbria, Emilia Romagna, Piemonte e Molise;
- tra il 4,5% e il 5% per Sardegna, Abruzzo, Bolzano, Lazio, Marche, Puglia, Friuli Venezia Giulia, Trento e Veneto;
- tra il 4,0% e il 4,5% per Calabria, Campania, Basilicata, Valle d’Aosta;
- meno del 4,0% per la Sicilia.
Non è chiaro quale sia stato il criterio che abbia portato a fissare questi obiettivi.
Tra il 23 e il 29 aprile le regioni che li hanno rispettati, arrivando anche a superarli, sono Lombardia, Abruzzo, Marche, Calabria, Campania, Basilicata e Valle d’Aosta. Si è avvicinata molto la Sicilia.
L’Emilia Romagna e Trento hanno fatto il 90% di quando avrebbero dovuto; Veneto, Puglia e Piemonte tra l’85% e il 90%; Bolzano e Umbria tra l’80% e l’85%; Lazio, Friuli Venezia Giulia, Molise, Sardegna sono sotto l’80% e la Toscana al 65%.
Concentrandoci solo sulla giornata di ieri, hanno superato lo “stress test” Abruzzo, Basilicata, Emilia Romagna, Liguria, Lombardia, Marche, Piemonte, Sicilia, Veneto e Valle d’Aosta e si sono avvicinate molto la Campania e la Sicilia (98%) e la Calabria (93%). Più distanti Molise, Puglia, Sardegna, Lazio e Trento (tra il 75% e l’85%) e molto distanti Friuli Venezia Giulia, Umbria e Bolzano.
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