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Il tifoso del futuro: i dati che hanno ispirato la Super Lega

Il report della ECA sulle nuove abitudini dei tifosi, dai giovanissimi ai mercati asiatici

In queste ultime settimane il calcio si è ritrovato sotto i riflettori della cronaca: non per merito delle giocate di Messi o Neymar, ma per il fallimentare tentativo delle grandi del calcio europeo di avviare una nuova competizione, la Super Lega. Secondo i club che vi avrebbero partecipato, questo nuovo torneo avrebbe saputo rimediare alle difficoltà economiche dei top team, con in aggiunta la capacità di intercettare i gusti delle nuove generazioni, protagoniste di una crescente disaffezione nei confronti dello sport più seguito nel mondo.

Il tema della competizione ideata per i gusti dei giovani è stato, non a caso, rivendicato con forza anche da Andrea Agnelli nelle due interviste rilasciate a Repubblica e al Corriere dello Sport poco prima che il progetto naufragasse a seguito del dietrofront delle squadre inglesi inizialmente incluse nella competizione. Fare leva sulla necessità di attrarre i più giovani ha permesso anche, a livello comunicativo, di sviare il focus dalle criticità dei bilanci di molti dei club coinvolti nella Super Lega.

Ma cosa vogliono davvero i giovani dal calcio? E quanto differente è il loro modo di fruire lo sport rispetto agli appassionati più anziani? A questi e a molti altri interrogativi simili tenta di rispondere “Fan of the Future”, un rapporto pubblicato dall’Eca nell’agosto 2020: si tratta di un’approfondita indagine svolta in sette differenti mercati internazionali nel tentativo di comprendere i nuovi gusti e le esigenze dei tifosi calcistici. Andiamo a scoprire nel dettaglio i risultati emersi.

 

Il calcio resta, di gran lunga, lo sport più amato

Un punto di partenza rincuorante per i veritici del calcio è la conferma del suo essere lo sport con il più alto numero di appassionati. Coloro che non hanno alcun interesse per il calcio o che arrivano addirittura ad odiarlo costituiscono il 30% della platea totale. Questo significa, ribaltando il dato, che più di due terzi della popolazione è più o meno avvicinabile al mondo del calcio, offrendo potenzialmente un ricchissimo serbatoio di “follower”.

Il 70% della platea è in qualche modo avvicinabile al mondo del calcio. Fonte: Fan of the Future.

Il calcio è lo sport con i seguaci di gran lunga più appassionati rispetto al totale della platea: ben il 38% del totale si dichiara appassionato o molto appassionato al calcio. Un risultato che si rivela ancora più importante se posto in comparazione con altri sport molto amati: i motori, il tennis e il basket hanno infatti rispettivamente il 17, il 14 e il 14% di appassionati o grandi appassionati sul totale.

Differenziando questi valori per fasce di età iniziano ad emergere i primi dati significativi. In particolare emergono in modo netto le criticità della fascia di età 16-24 anni: gli adolescenti e i post-adolescenti sono protagonisti di un’importante disaffezione che li vede per il 40% per nulla interessati al calcio. Il rapporto dell’Eca attribuisce questo disallineamento alla possibilità, tipica di queari anni, di poter iniziare a scegliere in autonomia le modalità con cui passare il proprio tempo libero. Tale predisposizione, incontrandosi con la nascita di nuove modalità di intrattenimento pensate su misura per quella fascia di età, genererebbe un sostanziale distacco dal mondo calcistico.

La fascia di età 16-24 anni tende ad essere poco coinvolta dal calcio. Fonte: Fan of the future

 

Nuovi approcci al tifo

Comparando le diverse modalità di vicinanza al calcio, il rapporto Eca ha tracciato l’identikit di sei differenti approcci al mondo del pallone, ognuno dotato di differenti caratteristiche di fruizione. La torta della fanbase calcistica si divide in questo modo:

 

Emergono nuove modalità di seguire il calcio, come gli “Icon Imitators” e i “FOMO Followers”. Fonte: Fan of the Future

Si nota come modalità più tradizionali e appassionate come quella dei “Club Loyalists” (che seguono in particolare la propria squadra) e dei “Football Fanatics” (appassionati a tutto tondo) rappresentino ad oggi una fetta relativamente esigua della torta, appena il 25%. Il resto della fanbase calcistica è invece composta da fruitori più originali e meno coinvolti, che manifestano il loro interesse attraverso nuove modalità: buoni esempi sono gli “Icon Imitators” (appassionati a specifici giocatori più che alle squadre o alle competizioni) e i “FOMO Followers“, ovvero coloro che tendono a seguire gli avvenimenti calcistici principalmente per avere argomenti di discussione con i propri amici (Fomo significa fear of missing out, paura di restare tagliati fuori).

Il poco coinvolgimento è un tratto che accomuna anche gli altri profili: dai “Tag Alongs” (pubblico prevalentemente femminile che segue il calcio per vicinanza al proprio partner) ai veri e propri “Main Eventers“, coinvolti quasi esclusivamente dai big match e dalle competizioni più importanti.

Il fattore dell’età si rivela importante nell’identificarsi in una di queste categorie. In particolare, la fascia di età 13-24 anni compone una fetta rilevante degli “Icon Imitators” e dei “FOMO Followers”, mentre sono pochi i ragazzi di quell’età a risultare dei “Club Loyalists”. Per quanto riguarda il pubblico femminile, questo si rivela invece tendenzialmente più distaccato, legato ai grandi eventi o ai club tifati dai propri compagni.

Fonte: Fan of the future

 

Indagare sulle motivazioni profonde che spingono queste nuove tipologie di pubblico a seguire il calcio potrebbe fornire suggerimenti per migliorare l’appeal del gioco in futuro. In generale, coloro che non sono “Club Loyalists” o “Football Fanatics” affermano di seguire il calcio principalmente per essere intrattenuti e per vedere match di qualità tra le squadre più forti.

Risulta poi evidente come queste tipologie di pubblico avrebbero meno problemi a sostituire il calcio con un’altra forma di intrattenimento. Inoltre, questi rivelano di apprezzare particolarmente il lato leggero del calcio, dai meme online passando per video divertenti sulle piattaforme social. Vivere il calcio con leggerezza si trasforma, spesso, in una fruizione meno attenta: il 30% dei “Main Eventers”, il 40% dei “FOMO Followers” e il 46% dei “Tag Alongs” preferisce infatti guardare gli highlights delle partite anziché gli interi 90 minuti.

 

L’evoluzione del tifoso, tra club esteri e doppie squadre

Il modo in cui la fanbase calcistica si lega alla propria squadra del cuore sta cambiando. Quando si tratta di motivare il supporto a una determinata squadra, le principali spiegazioni fornite sono il gradimento per il suo stile di gioco e i valori incarnati da quel team, nonché i successi ottenuti. Meno importanti si rivelano essere motivazioni geografiche (“era il club della città nella quale sono cresciuto”), ad eccezione dei tifosi del Regno Unito e del Brasile, dove tale elemento conserva ancora una rilevanza preponderante.

Su questo fronte, comunque, è rilevante la spinta fornita dall’audience extra-europeo a questo genere di tendenza. Il pubblico indiano, ad esempio, è quello che più di ogni altro tende a supportare una squadra in base al palmarès, ai giocatori che schiera e al suo stile di gioco. Inoltre, il tifoso indiano mostra una tendenza ben sopra la media a supportare la squadra che più spesso sceglie nei videogiochi calcistici. Le abitudini dei sostenitori indiani sono particolarmente importanti in quanto rappresentano tutto quell’enorme bacino di utenza extra-europeo slegato dalle tradizioni secolari e dunque maggiormente sensibile al marketing calcistico, costituendo motivo di sicuro interesse per gli analisti di settore.

Per quanto riguarda l’analisi per fasce di età, si ha la conferma che la prossimità geografica del club è un fattore più importante per le vecchie generazioni che per le nuove: solo il 22% dei 16-24enni tifa la squadra più vicina al posto in cui è cresciuto, percentuale che sale invece al 31% delle persone tra 55 e 64 anni. Nella decisione su quale squadra tifare vi sono anche altri elementi che risultano molto più importanti tra i giovani di quanto non lo siano stati per i più adulti: tra questi, il successo della squadra, i giocatori in rosa e la facilità di poterne guardare le partite.

Relativamente alla tipologia di squadra supportata sono due le tendenze particolarmente significative: da un lato si evince come il 28% del tifo complessivo sia riversato sulle 12 principali squadre d’Europa; dall’altro lato, è interessante anche scoprire che il 24% degli interessati al calcio dichiara di non avere una squadra del cuore (dato particolarmente alto in Germania, dove arriva addirittura al 38%).

Scendendo nel dettaglio dei singoli paesi, è interessante notare come solo in Spagna, Brasile e Inghiterra la maggioranza degli appassionati abbia la propria squadra del cuore militante nella massima serie di quello Stato. Come prevedibile, paesi con una lega nazionale meno competitiva o di minor tradizione come ad esempio India e Polonia tendono ad avere un audience meno focalizzato sul relativo campionato nazionale. I giovani, in particolare, sono maggiormente propensi a tifare squadre estere o a non tifare per nessun club in particolare: il 36% dei 16-24 interessati al calcio, infatti, non ha nessuna squadra del cuore.

Fonte: Fans of the future

 

Un’altra tendenza che sta facendosi largo è quella del sostenere più di una squadra. Complessivamente, il 37% dei tifosi di calcio afferma di supportare due o più squadre, con una percentuale che va dal 24% nel Regno Unito al 50% in India. Tifare più di una squadra è un atteggiamento che coinvolge soprattutto i più giovani: praticamente la metà dei 13-15enni appassionati di calcio afferma di supportare due o più squadre, con una percentuale che va diminuendo all’aumentare dell’età.

 

Perché seguire il calcio? Nuovi motivi per nuovi tifosi

Il 49% delle persone segue il calcio per sostenere il proprio team, ma ci sono tante altre ragioni citate dagli intervistati. Tra le altre, “per essere intrattenuto” (43%), “perché è interessante” (41%) e “per vedere match di qualità” (35%). Seguire il calcio per stare vicino alla propria squadra del cuore è un intento che sembra appartenere maggiormente alle generazioni più adulte: più gli appassionati sono giovani, infatti, e più questa motivazione viene meno. Non è l’unica peculiarità del pubblico giovane: rispetto a fasce di età più grandi, i giovani vedono il calcio come una comunità, attribuendo grande importanza alla socialità che si sviluppa a partire dell’universo calcistico. Inoltre, i giovani si confermano molto legati ai singoli giocatori, che contribuiscono all’affezionamento a questo sport.

Fonte: Fans of the future

 

Ma il calcio moderno, per appassionare, è anche chiamato ad avere un ruolo etico all’interno della comunità: a pensarlo è il 66% degli intervistati, con picchi fino al 78% tra il pubblico indiano. La tendenza da parte della platea extra-europea a ritenersi molto d’accordo nell’attribuire al mondo calcistico una responsabilità all’interno della società è un segnale che potrebbe essere ulteriormente esplorato con l’obiettivo di fidelizzare platee sempre più estese ed esigenti, in un contesto in cui è sempre più comune vedere brand commerciali avventurarsi in campagne politiche e sociali. Con il pregio di poter produrre, inoltre, effetti benefici per l’intera comunità.

 

Le modalità di consumo: la tradizione vince sempre

Sono sempre di più le possibilità offerte dalla tecnologia per seguire il calcio. Modalità più classiche (come seguire le partite dalla propria TV di casa) sono accompagnate da altre più “mordi e fuggi”, che sembrano create su misura per la frenesia dei tempi attuali. Ma in che modo, quindi, le persone seguono il calcio?

Guardare le partite in diretta a casa resta la modalità più popolare: l’82% del campione afferma di farlo almeno una volta al mese. In crescita è la visione di match in mobilità attraverso il proprio smartphone, anche se la percentuale non va oltre il 56% del campione. Molto diffusa è la consultazione di notizie e di aggiornamenti online, così come la condivisione in prima persona di storie, meme o video calcistici sui propri social media. Da segnalare anche la crescita di uno strumento come il podcast: il 42% afferma di ascoltarne almeno uno al mese incentrato sul calcio.

Fonte: Fans of the future

 

Suddividendo per classi di età emerge il gap generazionale nella fruzione digitale, molto più in voga tra il pubblico giovane. Tra i ragazzi emerge il desiderio di avere maggiore coinvolgimento nell’esperienza di visione, desiderio che cala con l’età. A conferma di questo, il 45% dei giovani tra i 16 e i 24 anni ritiene che la visione di partite in TV sia una modalità “all’antica”, percentuale che sale fino al 50% tra i ragazzi nella fascia 13-15 anni.

Cambiare le regole del gioco? No grazie

Solo il 7% delle persone ritiene che le regole di base del gioco del calcio debbano essere riviste. Il numero di giocatori in campo, la grandezza del terreno di gioco, la durata delle partite: tutti elementi radicati nella cultura collettiva e su cui poche persone avrebbero voglia di mettere mano. I fan più giovani sono maggiormente propensi a ritenere accettabili modifiche di questo tipo, ma anche loro si dimostrano generalmente a favore della tradizione: tra chi ha 16-24 anni a voler cambiare le regole del gioco è infatti solo il 14%.

Fonte: Fans of the future.

 

Il mercato indiano si rivela sensibile non tanto ai cambi delle regole del gioco, quanto piuttosto alla necessità di investire maggiormente in contenuti digitali, con un occhio di favore allo sviluppo della tecnologia all’interno del gioco. Ecco perché in quel mercato il Var è stato ben accolto con un 77% di favorevoli. Permane più scetticismo sull’uso della tecnologia tra gli audience più ancorati alla tradizione: solo il 52% del pubblico del Regno Unito e appena il 44% di quello tedesco hanno infatti accolto con favore novità come il Var o la goal line technology.

 

Conclusioni: sviluppare una “terza via” per il futuro del calcio

Abbiamo visto le principali esigenze che caratterizzano i tifosi contemporanei. Sono emersi risultati significativi sui gusti dei 16-24enni, più svincolati dal considerare il calcio come una tradizione irrinunciabile e per questo più difficilmente intercettabili con strategie tradizionali. Il loro modo di intendere il calcio, legato ai singoli giocatori e a un minore coinvolgimento verso il mondo del pallone in generale, va di pari passo con un disaffezionamento crescente verso tutte le tematiche che lo riguardano.

In secondo luogo un risultato rilevante è arrivato studiando i desideri dei “nuovi mercati”, qui rappresentati soprattutto dalla platea indiana: abbiamo visto come questa tipologia di spettatori, che rappresenta un enorme bacino di persone, sia portatrice di esigenze del tutto particolari, legate prevalentemente al mondo digitale, all’intrattenimento dei grandi match e alle specificità dei singoli giocatori più che dei team. Questa visione “moderna” apportata dal pubblico di altri continenti viene evidentemente tenuta in considerazione nell’elaborazione delle future strategie di coinvolgimento dei fan.

Queste due tipologie di audience, i giovani e i “nuovi mercati”, condividono uno scarso legame con la tradizione e molti tratti in comune legati a un nuovo modo di intendere il mondo del calcio. Si può dunque pensare che un progetto come la Super Lega sia nato proprio per soddisfare questi target di pubblico, agendo su un doppio fronte: da una parte tentando di riavvicinare i giovani allo sport, e dall’altro soddisfacendo i desideri dei nuovi mercati.

Tuttavia intraprendere iniziative simili significa anche, come abbiamo visto, inimicarsi i mercati e le persone in cui il mondo del calcio è più radicato e difficilmente innovabile. Spegnere la passione dei “Football Loyalists” significherebbe privarsi del traino più entusiasta di questo sport, accettando che il calcio sia seguito sì da una platea maggiore di spettatori, ma sempre più volatile e scarsamente coinvolta: una strategia rischiosa e dal successo sul lungo termine per nulla garantito. Inoltre, come abbiamo mostrato, anche i nuovi mercati e i giovani si dimostrano molto freddi sul cambiare le regole di fondo del gioco: cosa che, inevitabilmente, una competizione di élite a inviti avrebbe finito per fare.

La sfida dei club e degli organismi che organizzazano il calcio europeo e internazionale è quindi duplice: comprendere i propri tifosi e tenere insieme esigenze che appaiono poco compatibili. Dopo il fallimento della Super Lega ci saranno probabilmente nuovi tentativi di riformare il calcio in modo da renderlo più appetibile per i nuovi fruitori, senza perdere il pubblico che ha reso il calcio lo sport più seguito al mondo.

 

Note metodologiche:

  • Indagine svolta in sette mercati (Regno Unito, Germania, Spagna, Olanda, Polonia, Brasile, India) selezionati dall’Eca per rappresentare di differenti tipologie di audience.
  • Ogni mercato è stato rappresentato da un campione rappresentativo di 2000 persone dagli 8 ai 64 anni, per un totale di 14000 intervistati. Ad ogni rispondente è stato sottoposto un questionario online di 20 minuti opportunamente tradotto.
  • La platea 8-12 anni è stata coinvolta con un questionario breve e semplificato, e i relativi risultati non sono stati dunque inclusi nelle segmentazioni per età.

Mauro Serra

Romano (ma non romanista), nella vita combatto per la rivalutazione del nazionalpopolare. Quando avanza tempo studio Comunicazione Politica alla Luiss, per provare a far capire la politica meglio di quanto la capisca io stesso.

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