Com’è cambiata la mobilità in Italia in questi ultimi mesi? Per provare a rispondere, analizziamo i dati del Google Mobility Report: Google elabora delle statistiche relative alla mobilità fissando come base le prime cinque settimane del 2020, cioè uno dei periodi di relativa normalità. Se quindi ci si sta muovendo esattamente come a inizio del 2020, nei grafici si vedrà il valore zero. Per fare una sintesi abbiamo elaborato un indice di mobilità facendo la media tra movimenti per lavoro, per svago (ristoranti, caffè, musei, cinema) e per trasporti (stazioni di treni, metro o autobus).
L’andamento della mobilità
A inizio luglio in Italia ci si sta muovendo a un livello molto simile a quello normale. I movimenti sono infatti solo il 10% in meno rispetto alle prime cinque settimane del 2020.
Durante quest’anno il punto più basso della mobilità si è raggiunto a inizio gennaio con un -60. Successivamente la mobilità si è ripresa arrivando a essere -30 a inizio marzo e poi è crollata nuovamente a inizio aprile a -46. Da allora si è progressivamente ripresa arrivando a -25 a inizio maggio, -15 a inizio giugno e -10 adesso.
Confrontando quest’anno con il 2020, vediamo che la mobilità non si è mai ridotta tanto quando il periodo di marzo-aprile dell’anno scorso, quando su tutta Italia vennero imposte severissime misure anti-contagio vietando di uscire dalla propria abitazione se non per motivi essenziali. Come abbiamo spiegato in passato, quelle misure hanno funzionato, anche se probabilmente non era necessaria una così forte severità.
A metà aprile 2020 l’indice di mobilità arrivò a segnare -80, poi risalì progressivamente anche per via dell’inizio della cosiddetta Fase 2: la mobilità a inizio luglio arrivò a essere -20, quindi ci si muoveva meno di oggi. Dopo un calo nella seconda metà di agosto si arrivò a segnare un -12 il 20 settembre. A quel punto la ripresa epidemica portò il governo ad adottare una serie di misure che ridussero i contatti sociali e la mobilità, in particolar modo dopo l’introduzione del sistema a colori. Una ripresa ci fu poi solo nelle settimane prima di Natale.
A livello regionale la mobilità è tornata alla normalità in diverse regioni: Calabria (indice a 11), Abruzzo, Sardegna (5), Liguria, Puglia, Marche e Molise (0). È invece ancora molto lontana dai tempi normali in Valle d’Aosta, Lazio, Lombardia e Piemonte, dove l’indice è tra -18 e -23.
Mobilità e zone colorate
Nella seconda ondata il governo italiano ha scelto di introdurre restrizioni differenziate in base al rischio epidemiologico di ogni regione con un complesso calcolo basato su 21 indicatori (e poi modificato una volta e una seconda volta).
In questo grafico abbiamo messo la popolazione in ogni zona da novembre 2020 a luglio 2021 (asse destro) e il nostro indice di mobilità (asse sinistro) per vedere come cambia la mobilità in base alle restrizioni.
Vediamo quindi come la mobilità a novembre stesse scendendo quando è stato introdotto il sistema a colori e ha raggiunto il suo minimo quando oltre quattro italiani su dieci erano in zona rossa e tre su dieci in zona arancione. Con il passaggio delle regioni in zona gialla c’è stata una netta ripresa della mobilità, che però crolla nuovamente a causa della combinazione tra zone rosse e vacanze arrivando al minimo di cui abbiamo parlato prima.
Nel 2021 c’è un nuovo leggero calo a fine gennaio, quando il 70% della popolazione torna in zona arancione, ma poi la mobilità si riprende quando le maggioranza delle regioni sono nuovamente in zona gialla. Da metà marzo si assiste nuovamente a un calo quando più del 50% della popolazione finisce in zona arancione e quando poi a fine marzo fino al 70% degli italiani si trova in zona rossa. Il crollo maggiore si registra nel periodo pasquale, quando tutta Italia viene messa in zona rossa.
Dopo Pasqua c’è stata poi una progressiva ripresa della mobilità grazie al passaggio di tutta Italia in zona gialla, e nelle ultime settimane, con tutte le regioni in zona bianca, si sta assistendo a una stabilizzazione tra -10 e -15 rispetto ai livelli normali.
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