Il 2 agosto 1790 fu indetto, dal Presidente George Washington, il primo censimento degli Stati Uniti d’America: un appuntamento che da allora si ripete ogni dieci anni. Il censimento più recente, il numero 24, è stato condotto nel 2020 in piena pandemia.
Nel censimento viene indagata la composizione etnica della popolazione, seppur nel tempo siano notevolmente cambiati i metodi di rilevazione. In base agli ultimi dati disponibili (2019) il 60% della popolazione statunitense è bianco, il 19% ispanico, il 12% afro-americano e il 6% asiatico (con un restante 3% che si dichiara appartenente ad altre etnie).
Gli stati con la maggiore percentuale di bianchi – oltre il 90% – sono Maine, Vermont e West Virginia, tutti e tre situati nella parte orientale del Paese. La maggior percentuale di afroamericani si trova invece nella capitale Washington D.C., dove i neri sono più dei bianchi (45% vs 37%), e a seguire in diversi stati del Sud: Mississippi (37%), Louisiana (32%), Georgia (31%). Oltre che nella capitale Washington D.C., i bianchi non sono la maggioranza in 3 stati: in New Mexico e California, dove la maggioranza relativa della popolazione è composta da ispanici, e nelle Hawaii, dove il 39% degli abitanti è asiatico.
A livello di contea, quella con la maggior percentuale di bianchi (98%) è Jackson County in Kentucky, quella con la minore (3%) si trova invece al confine col Messico (Maverick County, in Texas). La contea con più afroamericani (86%) è Claiborne County, in Mississippi, mentre la contea di Starr, in Texas, è sia quella con la maggior percentuale di ispanici (96%), sia quella che alle presidenziali 2020 ha registrato il maggior shift elettorale verso Trump rispetto al 2016 (+55 punti), segno di come Trump sia riuscito a guadagnare parecchi consensi nella comunità ispanica.
Rispetto ai dati di 9 anni prima, la percentuale di bianchi sul totale della popolazione è diminuita in tutti gli stati (tranne nel Distretto di Columbia, che però – lo ricordiamo – tecnicamente non è neppure uno stato). Al contrario, la percentuale di ispanici è cresciuta in tutti gli stati (più D.C.), mentre per quanto riguarda gli afroamericani è aumentata in alcuni e diminuita in altri.
Ma è andando ancora più indietro nel tempo che possiamo osservare come dagli anni ‘50 a oggi la percentuale di bianchi sul totale della popolazione statunitense sia calata di quasi 30 punti, mentre gli afroamericani sono rimasti pressoché stabili e ad aumentare sono stati soprattutto gli asiatici e ancor più gli ispanici. Insomma, gli Stati Uniti sono e saranno sempre più un Paese multietnico.
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