La pandemia di Sars-Cov-2 ha provocato un elevato eccesso di mortalità nel corso del 2020. Tuttavia, per cittadini e studiosi confrontare i dati di differenti paesi è un’operazione complessa, per via delle differenze che possono esistere a livello di popolazione e di struttura demografica. Per avere un metro uniforme che permetta di confrontare a livello transnazionale l’impatto della pandemia si può però utilizzare un utile indicatore statistico: l’aspettativa di vita.
Una ricerca pubblicata sull’International Journal of Epidemiology ha calcolato l’aspettativa di vita per ventinove paesi (tra cui la maggior parte dei paesi europei, il Cile e gli Stati Uniti) per il periodo 2015-2020. Partendo da questi dati gli studiosi hanno quindi esaminato quali gruppi demografici specifici abbiano maggiormente contribuito alla riduzione dell’aspettativa di vita nel 2020, e in quale misura questo risultato fosse dovuto all’impatto della Covid-19.
Cos’è successo con la pandemia
Dal 2015 al 2019 tutti i paesi inclusi nella ricerca hanno registrato aumenti dell’aspettativa di vita alla nascita e di quella a 60 anni, cosa che evidenzia l’importanza dei miglioramenti nella sopravvivenza degli anziani.
Nel 2020, al contrario, c’è stato un generale calo dell’aspettativa di vita rispetto al 2019 in tutti i paesi e per entrambi i generi, con l’eccezione di Danimarca e Norvegia e delle donne in Finlandia. Differenziando per sesso, il calo della speranza di vita è stato maggiore per i maschi nel 2020, con l’eccezione di Spagna, Slovenia, Estonia e Irlanda del Nord.
Il calo dell’anno passato è andato ad annullare i progressi fatti nei cinque anni precedenti: le donne di 15 paesi e gli uomini di 10 paesi hanno infatti avuto un’aspettativa di vita alla nascita inferiore a quella del 2015, che fu un anno già eccezionalmente negativo per l’aspettativa di vita a causa di una stagione influenzale particolarmente severa. Tra il 2019 e il 2020 le donne di otto paesi e i maschi di undici paesi hanno perso almeno un anno di aspettativa di vita.
Un calo simile dell’aspettativa di vita non si è mai visto da dopo la Seconda Guerra Mondiale in molti paesi dell’Europa occidentale come Spagna, Inghilterra e Galles, Italia, Belgio, Francia, Paesi Bassi, Svezia, Svizzera e Portogallo.
A perdere oltre 1,5 anni di aspettativa di vita alla nascita sono stati i maschi negli Stati Uniti, in Lituania, in Bulgaria e in Polonia e le femmine negli Stati Uniti e in Spagna. All’età di 60 anni, invece, i tre paesi con le maggiori perdite nell’aspettativa di vita residua maschile sono stati Polonia, Stati Uniti e Spagna, con una perdita superiore a 1,4 anni. Inoltre, l’aspettativa di vita rimanente per le donne in Spagna, Stati Uniti e Belgio è diminuita di più di 1,2 anni.
Tra il 2015 e il 2019 il calo della mortalità delle persone con più di 60 anni aveva contribuito in modo consistente ad aumentare l’aspettativa di vita in tutti i paesi; in molti stati, inoltre, l’aumento dell’aspettativa di vita nelle persone over 80 aveva superato quello nella fascia di età 60-79 anni. I miglioramenti al di sotto dei 60 anni hanno contribuito in misura minore ad aumentare l’aspettativa di vita generale, ma anche in questa fascia di età si sono comunque osservati progressi in molti paesi, soprattutto nell’Europa orientale.
Il calo dell’aspettativa di vita nel 2020 è stato invece dovuto all’elevata mortalità tra i più anziani proprio a causa della pandemia di Covid-19: ad aver contribuito maggiormente al calo generalizzato dell’aspettativa di vita è stato infatti l’aumento dei tassi di mortalità verificatosi tra le persone sopra i 60 anni. L’aumento della mortalità sotto i 60 anni è stato invece il fattore responsabile del calo dell’aspettativa di vita tra il 2019 e il 2020 tra gli uomini statunitensi.
La ricerca ha poi quantificato per diciotto paesi qual è stato il contributo dei decessi dovuti alla Covid-19 alla riduzione dell’aspettativa di vita. In Cile, Inghilterra e Galles, Belgio, Spagna, Slovenia e Italia ci sono state perdite di oltre un anno intero di aspettativa di vita alla nascita a causa dei decessi ufficiali per Covid-19: questo spiega la maggior parte del calo complessivo dell’aspettativa di vita tra 2019 e 2020. In alcuni paesi come la Danimarca e il Cile, il calo dell’aspettativa di vita dovuta ai decessi per Covid-19 è stato maggiore di quello complessivo verificatosi, poiché l’aumento della mortalità dovuta alla pandemia è stato compensato dalla riduzione della mortalità per altre cause.
In conclusione, la pandemia ha avuto un forte impatto sull’aspettativa di vita nel 2020 andando ad annullare i progressi degli anni precedenti. Sebbene lo sviluppo della pandemia possa essere visto come uno shock transitorio per l’aspettativa di vita, è possibile però che questo possa trainare una potenziale morbilità a lungo termine, dovuta alle conseguenze del Long Covid e al rinvio di trattamenti di altre malattie che si è verificato in molti paesi e dovuto all’inedita pressione esercitata sui sistemi sanitari di tutto il mondo.
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