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Le precedenti elezioni del Presidente della Repubblica

Chi sono i “grandi elettori” e in che tempi scelgono: dalle elezioni lampo di Ciampi e Cossiga ai 23 scrutini per Leone.

Tra due mesi, i 1009 grandi elettori si riuniranno per eleggere il successore di Sergio Mattarella, il cui settennato scade  il 3 febbraio 2022. Sarà l’ultima volta che l’assemblea si riunirà con questi numeri, dal momento che la riforma costituzionale approvata dal referendum del 2020 ha tagliato di un terzo il numero di deputati e senatori a partire dalla prossima legislatura. Ma chi sono questi grandi elettori? E come hanno votato in passato?

 

I grandi elettori

Pochi giorni fa Antonio Decaro, primo cittadino di Bari e presidente dell’Anci, ha proposto che i sindaci delle grandi città vengano inclusi nella scelta del prossimo inquilino del Colle, definendo ciò «un atto di attenzione e coraggio istituzionale da parte dei presidenti di regione». Infatti, in base all’articolo 83 della Costituzione,
 

Il Presidente della Repubblica è eletto dal Parlamento in seduta comune dei suoi membri. All’elezione partecipano tre delegati per ogni Regione eletti dal Consiglio regionale in modo che sia assicurata la rappresentanza delle minoranze. La Valle d’Aosta ha un solo delegato.

 
Da tale collegio i sindaci sono dunque esclusi, pur essendo eletti dal 1993 direttamente dai cittadini. I delegati regionali, però, non devono essere necessariamente membri del Consiglio o della Giunta regionale, pertanto un gentlemen’s agreement con i consiglieri regionali potrebbe includere i sindaci nella terna dei delegati di ogni regione, la quale è formata di norma da due esponenti della maggioranza e da uno dell’opposizione (tranne per la Valle d’Aosta, che come detto ha solo un delegato).

Per quanto riguarda le operazioni di voto e scrutinio, esse sono dirette dal Presidente della Camera, coadiuvato dal Presidente del Senato. Sempre la Costituzione prevede che l’elezione del Presidente della Repubblica abbia luogo a scrutinio segreto, richiedendo la maggioranza dei due terzi dell’assemblea nei primi tre voti e la maggioranza assoluta a partire dal quarto.

Tempi di elezione

Da quando l’Italia è una Repubblica, cioè dal 1° gennaio 1948, le elezioni del Presidente sono state 12. A queste si potrebbero aggiungere le elezioni del 1946 e del 1947, nelle quali però l’Assemblea costituente non elesse Enrico De Nicola come Presidente della Repubblica, bensì come Capo provvisorio dello Stato – motivo per cui De Nicola non è incluso in questa analisi.

Le elezioni in cui fu sufficiente un solo turno furono quelle di Francesco Cossiga (1985) e Carlo Azeglio Ciampi (1999), mentre a richiedere più scrutini, 23, fu l’elezione di Giovanni Leone nel dicembre 1971. Leone ottenne anche la percentuale di voti più bassa (51%) mentre il record di voti spetta a Sandro Pertini, eletto l’8 luglio 1978 con 837 suffragi (82%). Quattro presidenti (Einaudi, Gronchi, Napolitano I e Mattarella) furono eletti al quarto scrutinio, il primo nel quale il quorum si abbassa da due terzi al 50% +1.

Al momento dell’elezione cinque Presidenti eletti erano deputati (Segni, Saragat e Pertini, più Gronchi e Scalfaro che della Camera erano Presidenti), quattro erano ministri (Segni, Saragat e Ciampi, più Einaudi che era anche Vicepresidente del Consiglio e Governatore della Banca d’Italia), due erano senatori a vita (Leone e Napolitano I), uno era Presidente del Senato (Cossiga), uno era il Presidente della Repubblica uscente (Napolitano II) e infine uno era giudice della Corte Costituzionale (Mattarella).

Nessun Presidente del Consiglio ha quindi mai “traslocato” direttamente da Palazzo Chigi al Quirinale, anche se quattro Presidenti della Repubblica (Segni, Leone, Cossiga e Ciampi) erano stati alla guida del Governo anni prima di essere eletti al Quirinale. Ben sei Capi dello Stato, inoltre, hanno altresì ricoperto la carica di Presidente della Camera (Gronchi, Leone, Pertini, Scalfaro e Napolitano) o del Senato (Cossiga) nel corso della loro carriera politica, mentre Saragat era stato Presidente dell’Assemblea costituente.

Claudio Agrelli

Laureato in Mass Media e Politica all'Università di Bologna, campus di Forlì. Giornalista professionista, dal 2018 collabora con il team di Youtrend dove si occupa di storia politica e comunicazione istituzionale. Appassionato di biografie dei grandi leader del passato, crede nel valore della memoria. Maratoneta elettorale. Allergico al pelo di gatto e alle fake news.

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