Alle prossime elezioni politiche, previste entro il 2023, ci saranno due sostanziali novità rispetto alla precedente tornata: la riduzione del numero dei parlamentari e l’abbassamento dell’età minima per eleggere il Senato da 25 a 18 anni.
Cosa differenzierà le prossime elezioni politiche da quelle del 2018?
Politiche 2018: 630 deputati + 315 senatori elettivi. 18 anni per eleggere la Camera, 25 il Senato.
Prossime politiche (entro 2023): 400 deputati + 200 senatori elettivi. 18 anni per eleggere Camera e Senato. https://t.co/JRMaWdj9CK
— YouTrend (@you_trend) October 15, 2021
Nello specifico, la riduzione dei parlamentari ha inevitabilmente comportato delle modifiche al Rosatellum, il sistema elettorale attualmente in vigore. La riduzione dei deputati da 630 a 400 e dei senatori elettivi da 315 a 200, infatti, ha imposto un ridisegno dei collegi elettorali – sia di quelli plurinominali, sia di quelli uninominali – previsti da tale sistema. In un precedente articolo vi avevamo già mostrato le mappe interattive dei nuovi collegi post-taglio, che un anno fa sono diventati ufficiali.
Ma cosa accadrebbe se oggi si tenessero le elezioni politiche e si votasse col Rosatellum? Per scoprirlo YouTrend ha condotto, insieme a Cattaneo Zanetto & Co, 3 simulazioni, ognuna basata su un diverso schema di coalizioni tra i principali partiti. Nel Rosatellum, infatti, oltre un terzo dei parlamentari viene eletto, sia alla Camera che al Senato, in collegi uninominali, nei quali i partiti si possono alleare presentando candidati unitari col supporto di tutta la coalizione: proprio per questo motivo le coalizioni pre-elettorali sono determinanti nel Rosatellum.
Per simulare la distribuzione dei partiti nei nuovi collegi abbiamo innanzitutto considerato le intenzioni di voto attuali per come delineate dalla Supermedia YouTrend del 2 dicembre. Le percentuali di ogni partito in ciascun collegio sono state poi calcolate sommando al risultato di quel partito in quel collegio alle europee 2019 il suo swing nazionale, calcolato come la media fra la differenza assoluta e relativa a livello nazionale tra le europee e oggi. Sono altresì stati utilizzati dati di sondaggio macro-regionali dalla banca dati YouTrend per perfezionare la stima del risultato locale.
Ad esempio, ipotizziamo che il partito A avesse ottenuto il 10% nazionale alle europee e ora sia stimato al 15% nell’ultima Supermedia YouTrend. In questo caso, la sua differenza assoluta sarebbe +5% (15%-10% = 5%), mentre la differenza percentuale sarebbe +50% (5%/10% = 50%). Se nei comuni del collegio uninominale X alle europee la sua percentuale fosse stata del 20%, il suo risultato proiettato ad oggi sarebbe la media fra 25% (20% + 5% = 25%) e 30% (20% + 20%x50% = 30%), quindi il 27,5%. In pratica, a fronte di una crescita nazionale ipotizziamo che la percentuale di un partito cresca un po’ di più nelle sue zone di maggiore forza rispetto a quelle in cui in passato era meno radicato.
I tre scenari
Nelle pagine successive sono illustrati i tre scenari che abbiamo provato a simulare. Si tenga presente che dalle simulazioni sono stati esclusi i seggi riservati alla Circoscrizione Estero (8 su 400 alla Camera e 4 su 200 al Senato).
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