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Emmanuel Macron, il “quasi” ricandidato all’Eliseo

Intervistato su TF1 il presidente non scioglie la riserva ma pungola gli avversari. Nei sondaggi Pécresse avanti su Le Pen e Zemmour, socialisti fuori dai giochi

Tutta questione di “timing”, specie per un presidente uscente che vuole ricandidarsi. Lo sa bene Emmanuel Macron, che mercoledì 15 dicembre ha rilasciato una lunga intervista a Darius Rochebin e Audrey Crespo-Mara su TF1. Come da pronostici, nelle due ore di intervista in TV l’inquilino dell’Eliseo non ha annunciato ufficialmente la sua candidatura ad un secondo mandato in vista delle elezioni presidenziali in programma il 10 e il 24 aprile 2022. Ma tutto fa pensare che alla corsa presidenziale lui ci sarà e che stia valutando solo momento e luogo più adatti per l’annuncio.

Secondo i dati di Politico, Emmanuel Macron chiude il 2021 con un tasso di approvazione del 41%, in leggero recupero rispetto ai mesi scorsi quando era sceso fino al 37% di agosto. Più popolare rispetto al precessore François Hollande che proprio in dicembre decise di non ripresentarsi alle elezioni, l’attuale Capo dello Stato è però insidiato da diversi candidati, più a destra che a sinistra. La media dei sondaggi sempre di Politico mostra che, nell’ipotesi di ricandidatura, il leader di LREM (La République En Marche) otterrebbe il 24%, accedendo di sicuro al ballottaggio. Seconda e in crescita Valérie Pécresse candidata dei Républicains al 17% di poco sopra alla leader del Rassemblement National Marine Le Pen al 16%. Più staccati il candidato di estrema destra Eric Zemmour col movimento Reconquête (13%) e Jean-Luc Mélenchon per La France Insoumise (10%). Fuori dai giochi, per il momento, Yannick Jadot candidato dei Verdi (7%) e la sindaca socialista di Parigi Anne Hidalgo ferma al 4%.

Diversi gli scenari per il secondo turno: secondo un sondaggio realizzato da Elabe ai primi di dicembre, subito dopo la vittoria alle primarie del partito, Valérie Pécresse batterebbe di misura Emmanuel Macron per 52% a 48%: è la prima volta che la candidata neogollista risulta vincente sul leader centrista (ma nelle media dei sondaggi di Politico a vincere sarebbe sempre Macron). Il presidente uscente avrebbe la meglio nell’ipotesi di uno scontro diretto con Marine Le Pen: 56% a 44%, comunque meno rispetto alle elezioni del maggio 2017 quando finì 66% a 33%.

 

Discese in campo storiche

In Francia, per un candidato alla presidenza l’annuncio della discesa in campo è, forse più che altrove, carico di significati simbolici: François Mitterrand, nel 1988, e Nicolas Sarkozy, nel 2012, passarono dal ruolo di presidente a quello di candidato scegliendo un’intervista al telegiornale. Come ricorda il quotidiano Le Monde, nel corso della Quinta Repubblica ci sono stati annunci che hanno in qualche modo anticipato la sconfitta del candidato: il 18 gennaio 1995, il primo ministro gollista Edouard Balladur era apparso troppo mondano, troppo distante, esprimendosi in tono solenne, con le mani posate sulla sua scrivania a Palazzo Matignon. Peggio di lui fece, nel 1974, l’ex primo ministro Jacques Chaban-Delmas che si dichiarò il giorno stesso dell’inumazione del capo dello Stato, Georges Pompidou. Macron potrebbe puntare su un altro schema, meno convenzionale e funzionale a dare l’immagine di sé di un candidato “vicino alla gente” non arroccato nei palazzi del potere.

Claudio Agrelli

Laureato in Mass Media e Politica all'Università di Bologna, campus di Forlì. Giornalista professionista, dal 2018 collabora con il team di Youtrend dove si occupa di storia politica e comunicazione istituzionale. Appassionato di biografie dei grandi leader del passato, crede nel valore della memoria. Maratoneta elettorale. Allergico al pelo di gatto e alle fake news.

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