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La mobilità in Italia non è ancora tornata alla normalità

Tra settembre e dicembre 2021 la mobilità in Italia è stata sopra i livelli del 2020, pur restando ancora sotto la normalità.

Com’è cambiata la mobilità in Italia con la ripresa epidemica e l’assenza di restrizioni? Per provare a rispondere analizziamo i dati del Google Mobility Report, fissando come livello base le prime cinque settimane del 2020, cioè uno dei periodi di relativa normalità: se pertanto ci si sta muovendo esattamente come a inizio 2020, nei grafici si vedrà il valore zero. Per arrivare a una sintesi, inoltre, abbiamo elaborato l’indice di mobilità facendo la media tra movimenti per lavoro, per svago (ristoranti, caffè, musei, cinema) e per trasporti (stazioni di treni, metro o autobus).

 

Come è cambiata la mobilità da settembre

L’indice di mobilità da settembre 2021 al 6 gennaio 2022 è stato costantemente sotto i livelli di normalità, oscillando tra -10 e -3 per tre mesi e mezzo per poi crollare a partire dal 24 dicembre, con una dinamica simile a quella che si è avuta l’anno scorso. Al 6 gennaio 2022 era a -25, dopo essere stato a -22 a Capodanno e a -10 a Natale.

Nel 2021 l’indice di mobilità è comunque stato superiore al 2020 per tutto il tempo, in particolar modo da novembre in poi, mentre invece un anno fa si è avuto un crollo dovuto all’entrata in vigore del sistema a colori – che fece passare in zona rossa sin da subito Piemonte, Lombardia e Campania – e all’imposizione del coprifuoco dalle 22.00 alle 5.00. 

Nel periodo natalizio del 2020 il sistema a colori determinò che nessuna regione dovesse essere in zona rossa, ma il governo allora guidato da Giuseppe Conte impose in occasione dei giorni festivi delle zone rosse a livello nazionale che determinarono un crollo della mobilità, la quale a Capodanno arrivò a essere pari a -36. 

 

Rispetto ai cosiddetti livelli di normalità, si vede che a essere rimasti per tutto il tempo sotto sono i movimenti legati al lavoro e ai trasporti (hub del trasporto pubblico, ad esempio stazioni ferroviarie, della metropolitana e degli autobus), così come al tempo libero (spostamenti legati a ristoranti, bar, centri commerciali, parchi a tema, musei, biblioteche e cinema). Sopra la normalità sono invece stati negozi di alimentari, farmacie e tempo passato in casa. Per quest’ultimo indicatore va comunque tenuto presente che non si hanno mai variazioni particolarmente significative, perché il tempo che si passa presso la propria abitazione è già di per sé elevato. Non vanno poi confrontate le variazioni del tempo passato a casa con quello degli altri indicatori perché, come abbiamo detto all’inizio, si tratta di variazioni relative e non assolute.

Nella seconda metà di dicembre del 2021 si è assistito a un crollo della mobilità verso i luoghi di lavoro, così come di quella associata ai trasporti pubblici, e a un forte calo di quella legata al tempo libero: quest’ultimo dato potrebbe indicare che le persone hanno adottato comportamenti diversi al fine di ridurre le occasioni di socialità, per via del maggiore rischio di contagio dovuto alla diffusione della variante Omicron.

 

 

La mobilità a livello regionale

Tornando al nostro indice di mobilità, vediamo che al 6 gennaio 2022 si è molto sotto la normalità in tutte le regioni. I livelli più bassi si registrano in Lombardia (-30), Piemonte, Emilia Romagna, Friuli Venezia Giulia (-27), Veneto, Toscana e Lazio (-25), mentre il calo è stato più contenuto in Valle d’Aosta (-7). In generale al Sud la mobilità risulta essere maggiore che al Nord. 

 

In conclusione, la mobilità non è ancora tornata ai livelli di normalità e in occasione delle feste è diminuita molto nonostante l’assenza di restrizioni, forse in parte per via della percezione di un maggiore rischio.

Lorenzo Ruffino

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