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Elezioni in Portogallo: nuovo mandato per il premier Costa?

Il 30 gennaio si vota per il nuovo Parlamento: riuscirà il premier socialista Costa ad avere i numeri per restare alla guida del Paese?

Il prossimo 30 gennaio in Portogallo si terranno le elezioni legislative. I cittadini portoghesi saranno chiamati a scegliere la composizione del nuovo Parlamento a poco più di due anni dall’ultima volta, quando si affermò la coalizione di centrosinistra guidata dal socialista Antonio Costa.

 

Perché si va ad elezioni anticipate

La fine anticipata della legislatura è stata causata dalla rottura della cosiddetta “geringonça”- una parola portoghese che in italiano si può tradurre come “marchingegno”- che regolava la politica lusitana dal 2015.

Nelle elezioni legislative di quell’anno il Partido Social Democrata (centrodestra) ottenne la maggioranza relativa dei seggi in Parlamento, ma non riuscì a formare un Governo. Il Presidente della Repubblica Anìbal Cavaco Silva decise allora di conferire l’incarico al leader del Partido Socialista Antonio Costa, che arrivò secondo ma riuscì a dar vita a un governo di minoranza grazie all’appoggio esterno di due partiti di sinistra radicale, il Bloco de Esquerda e il PCP-PEV. Lo schema è stato ripetuto alle successive elezioni del 2019, questa volta con i socialisti al primo posto e vicini alla maggioranza assoluta. In questi anni il Governo Costa ha portato avanti misure progressiste come l’aumento del salario minimo da 530 a 665 euro, la legalizzazione delle adozioni per coppie dello stesso sesso e la riduzione della settimana lavorativa dei dipendenti pubblici da 40 a 35 ore. L’alleanza tra i tre partiti si è conclusa lo scorso autunno, a causa delle discussioni sulla legge di bilancio, giudicata insufficiente dai due partiti di sinistra, che chiedevano misure più ambiziose per contrastare la crisi causata dal Covid-19, con finanziamenti più ingenti al sistema sanitario nazionale e ulteriori aumenti degli stipendi pubblici e del salario minimo. Insomma, il “marchingegno” si è rotto e il 4 novembre 2021 il Presidente della Repubblica Marcelo Rebelo de Sousa non ha potuto fare altro che convocare nuove elezioni.

 

Cosa dicono i sondaggi

A meno di un mese dal voto, i sondaggi indicano una situazione di incertezza. Stando alla media di Politico, il Partido Socialista di Costa resta saldamente primo con il 38%, ossia circa sugli stessi livelli del 2019, quando ottenne il 36,3%. La maggioranza assoluta è vicina, ma il rischio che si ripresenti lo scenario delle elezioni precedenti – quando il PS non la raggiunse per soli 10 seggi, dovendo nuovamente fare ricorso all’appoggio di BE e PCP-PEV – è più che concreto e Costa vuole evitarlo a tutti i costi: per farlo ha presentato un programma ambizioso che punta a sottrarre voti proprio ai partiti alla sua sinistra, prevedendo l’innalzamento del salario minimo a 900 euro entro il 2026 e la riduzione della settimana lavorativa a 4 giorni.

I rivali del PSD, guidati da Rui Rio, si attestano nei sondaggi al 31%, in crescita rispetto al 27,8% delle scorse elezioni, ma ben lontani dai socialisti. In calo invece il Bloco de Esquerda, che passerebbe dal 9,5 al 6%; mentre l’altro partito della sinistra radicale, il PCP-PEV, è dato stabile al 6%.

Chi è in forte ascesa è Chega, il partito di destra populista fondato meno di tre anni fa dal professore universitario e commentatore sportivo André Ventura, alleato in Europa di Salvini e Le Pen. Il suo programma prevede una stretta all’immigrazione (che è valsa al partito l’accusa di razzismo e xenofobia), la castrazione chimica per pedofili e stupratori e la riduzione delle tasse con una conseguente diminuzione della spesa pubblica, da realizzare mediante la privatizzazione di aziende statali e servizi essenziali. Nel 2019, a pochi mesi dalla sua nascita, Chega aveva raccolto poco più dell’1% dei consensi, eleggendo il solo Ventura, mentre ora si attesta al 5%. Chega potrebbe diventare il vero ago della bilancia nel caso in cui il Partido Socialista non raggiungesse la maggioranza assoluta, stringendo un patto di desistenza con il PSD per la formazione di un governo di centrodestra. L’altro storico partito di centrodestra, il Partido Popular, è dato al 2%, in calo rispetto al 4,2% di due anni fa. Initiativa Liberal, partito di destra liberale nato nel 2017, passerebbe invece dall’1 al 5%.

 

Possibili scenari

Lo scenario al momento più facile da ipotizzare è quello di un governo monocolore socialista, ma l’obiettivo della maggioranza assoluta, anche se tutt’altro che lontano, con questi numeri non verrebbe centrato. Lo sbocco più naturale in questo caso sarebbe l’appoggio esterno di BE e PCP-PEV, ma dopo la rottura di pochi mesi fa Costa non li reputa più partner affidabili, e potrebbe anche guardare al centro, andando a formare un governo di larghe intese il PSD. L’unica chance per Rui Rio di diventare premier è mediante un’alleanza con i populisti di Chega, ma finora il candidato premier del centrodestra ha smentito qualsiasi possibilità di collaborazione con il partito di Ventura.

 

Sistema elettorale

I 230 deputati dell’Assemblea della Repubblica, unica camera parlamentare portoghese, vengono eletti in liste bloccate su base proporzionale col metodo D’Hondt, secondo i risultati di ogni circoscrizione elettorale. In Portogallo vi sono infatti 22 circoscrizioni: 18 corrispondono ai distretti amministrativi (l’equivalente delle province), 2 alle regioni autonome di Azzorre e Madeira, una ai portoghesi residenti in Europa e una ai portoghesi residenti nel resto del mondo. Il numero totale di deputati, per quanto riguarda il territorio nazionale, è quindi pari a 226; mentre per ciascuno dei due collegi dei residenti all’estero vengono eletti 2 deputati.

Davide Depascale

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