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I numeri della corsa al Quirinale

Proviamo a capirne di più sull’elezione del momento attraverso i numeri dei grandi elettori, la nostra expert survey e il nostro sondaggio

*** AGGIORNAMENTO 24 GENNAIO ORE 19:30 ***

Con l’avvicinarsi del 24 gennaio, giorno della prima votazione per eleggere il Presidente della Repubblica, il dibattito sul successore di Sergio Mattarella si fa sempre più intenso. Poiché la partita è complessa e si intreccia anche con la tenuta del Governo – un eventuale trasloco di Draghi al Quirinale porterebbe giocoforza alla caduta di questo Esecutivo – proviamo a capirne di più partendo dai numeri, che sono l’unica certezza in questo quadro di grande incertezza.

Innanzitutto, a eleggere il Presidente della Repubblica sono 1009 grandi elettori: 630 deputati, 321 senatori (di cui 6 a vita) e 58 delegati regionali (3 per ciascuna regione, salvo la Valle d’Aosta che ne ha uno). La Costituzione impone maggioranze molto elevate per l’elezione: due terzi dei componenti, cioè 673, nei primi tre scrutini; 50%+1 dei componenti, cioè 505, a partire dalla quarta votazione. Soglie elevate, dunque, volute però dai nostri padri costituenti per rafforzare sin dall’inizio il profilo autorevole e indipendente rispetto ai partiti del Capo dello Stato.

Visti i numeri, né il centrodestra né l’asse giallo-rosso hanno i numeri sufficienti per raggiungere il quorum, neppure a partire dalla quarta votazione. Il centrodestra, infatti, se votasse compatto Silvio Berlusconi o un altro nome arriverebbe a quota 455, per cui mancherebbero almeno 50 voti al quorum (diciamo “almeno” perché, essendo il voto segreto, i franchi tiratori sono dietro l’angolo). Insomma, neppure nell’ipotesi in cui tutti i 43 grandi elettori di Italia Viva dovessero votare con il centrodestra ci sarebbero i numeri.

L’asse giallo-rosso imperniato su Pd, M5S e LeU è ancora più distante da quota 505, totalizzando 425 grandi elettori. E i rimanenti 129 grandi elettori? 43, come detto, sono i renziani, ma ci sono anche 5 parlamentari di +Europa/Azione, 14 esponenti di partiti che rappresentano minoranze linguistiche o italiani all’estero, 6 senatori a vita e soprattutto 61 ex pentastellati (di cui 16 in Alternativa). È quindi a questa “zona grigia” che guardano i due schieramenti per provare a eleggere candidati espressione dell’una o dell’altra parte.

Possiamo quindi prevedere come andrà l’elezione del 13° Presidente della Repubblica? Ovviamente no, ma possiamo sapere l’opinione di chi di politica si occupa tutti i giorni: a questo proposito, YouTrend, insieme a Cattaneo Zanetto & Co, ha condotto una expert survey su un panel di 20 cronisti politici e giornalisti parlamentari, chiedendo loro le probabilità dei vari scenari sul Quirinale e sul post-Quirinale. Secondo gli esperti interpellati, la probabilità che Draghi traslochi al Colle è data al 33% (in discesa rispetto al 44% registrato martedì scorso, 18 gennaio) ed è seguita dall’ipotesi di un Mattarella-bis (19%), a pari merito con l’opzione Casini (19%, in netta crescita). Con il ritiro di Berlusconi scompare dai radar anche la sua “quirinabilità” (era al 9% martedì scorso), mentre restano in gioco le ipotesi Amato, Cartabia (6%), Casellati (5%) o di altre personalità (8%).

Per quanto riguarda gli scenari che si aprirebbero in seguito al voto per il Quirinale, per gli esperti intervistati da YouTrend appare più probabile un governo senza Draghi (45%) rispetto alla permanenza in carica del governo guidato dall’ex presidente della BCE (39%, in aumento rispetto al 18 gennaio). Anche la probabilità che si vada ad elezioni anticipate, però, non è trascurabile e si mantiene stabile (16%).

Incrociando le probabilità delle due domande, va infine notato che, se la probabilità di Draghi eletto al Quirinale è al 33% e quella che lo vede rimanere a Palazzo Chigi è al 39%, esiste un residuale scenario – con probabilità al 28% – in cui Mario Draghi si ritroverebbe a non ricoprire nessuna delle due cariche.

Il giudizio degli esperti che vede Draghi e Mattarella come più “papabili” per il Quirinale, in ogni caso, sembra riflettere la percezione dell’opinione pubblica: secondo un sondaggio YouTrend per Sky TG24 pubblicato il 21 gennaio, infatti, il 65% degli italiani ha un’opinione positiva di Mattarella e il 57% la ha di Draghi – con un distacco netto sul terzo classificato, Paolo Gentiloni, fermo al 38%. Inoltre, secondo lo stesso sondaggio, il 68% degli italiani ritiene che l’elezione del prossimo Presidente della Repubblica debba essere frutto di un accordo largo tra i partiti, mentre appena il 21% pensa che vada bene un Capo dello Stato eletto solo da una parte politica: questo contribuisce senz’altro a spiegare l’alto gradimento per figure lontane dai partiti come Mattarella e Draghi.

Alessio Vernetti

Nato nel 1997, si è laureato in relazioni internazionali all'Università di Torino, ma ha studiato anche a Sciences Po Lille e ha frequentato il Summer Program della LUISS. Nel 2019 è entrato nel team Quorum ed è coordinatore contenuti di YouTrend.
La sua vita sociale diminuisce considerevolmente man mano che ci avviciniamo alle elezioni.

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