A fine gennaio il giudice Stephen Breyer ha annunciato che si ritirerà dalla Corte Suprema, dando così la possibilità al presidente Joe Biden di nominare un giudice al più importante organo giudiziario degli Stati Uniti.
Ma come funziona la Corte Suprema statunitense e come è orientata ideologicamente?
La composizione della Corte Suprema
La Corte Suprema è composta da nove giudici con un incarico a vita. I giudici vengono nominati dal presidente degli Stati Uniti e devono essere confermati dal Senato: una nuova nomina avviene quindi solo in caso di morte o di dimissioni volontarie del giudice.
I nove giudici attualmente in carica sono:
- Il presidente John Roberts (67 anni), nominato da G. W. Bush
- Clarence Thomas (72), nominato da G. H. W. Bush
- Stephen Breyer (83), nominato da Clinton
- Samuel Alito (71), nominato da G. W. Bush
- Sonia Sotomayor (67), nominata da Obama
- Elena Kagan (61), nominata da Obama
- Neil Gorsuch (54), nominato da Trump
- Brett Kavanaugh (56), nominato da Trump
- Amy Coney Barrett (50), nominata da Trump
Breyer, il giudice più anziano, ha annunciato di voler lasciare la Corte Suprema: Biden potrà così nominare un giudice liberal più giovane in grado di restare in carica potenzialmente per decenni, sfruttando peraltro la finestra favorevole derivante dall’avere un Senato a maggioranza Dem (maggioranza che, alle midterm di novembre, potrebbe essere a rischio). Biden ha già reso noto che al posto di Breyer intende nominare una donna afroamericana per la prima volta alla Corte Suprema. Fino a oggi, gli unici giudici afroamericani sono stati Clarence Thomas, ancora in carica, e Thurgood Marshall, nominato dal presidente Johnson nel 1967. La prima donna a sedere alla Corte Suprema è stata invece Sandra Day O’Connor, nominata dal presidente Ronald Reagan, e dopo di lei ci sono state Ruth Bader Ginsburg e poi le tre giudici attualmente in carica.
Vista la dichiarazione di Biden, secondo i media a sostituire Breyer potrebbe essere Ketanji Brown Jackson, una giudice della Corte d’Appello del Circuito di Washington che ha preso anche importanti decisioni in merito all’ex presidente Donald Trump. Era stata confermata dal Senato con 53 voti a favore e 44 contrari (anche i circuit judges sono infatti nominati dal presidente e confermati dal Senato). L’altro nome che gira è quello di Leondra Kruger, attualmente giudice della Corte Suprema della California, la quale in passato ha lavorato nel Dipartimento di Giustizia sotto l’Amministrazione Obama.
Fonte: Supreme Court of the United States. Da sinistra a destra: Samuel Alito, Brett Kavanaugh, Clarence Thomas, Elena Kagan, il presidente John Roberts, Neil Gorsuch, il dimissionario Stephen Breyer, Amy Coney Barrett, Sonia Sotomayor.
L’orientamento ideologico della Corte Suprema
I giudici della Corte Suprema si dividono in liberali e conservatori e il loro orientamento è spesso legato al presidente che li nomina. Attualmente sei dei nove giudici sono conservatori: Roberts, Thomas, Alito, Gorsuch, Kavanaugh e Barrett. Quelli liberal sono invece tre: Breyer, Sotomayor e Kagan. Anche dopo la sostituzione di Breyer, dunque, l’orientamento della Corte Suprema rimarrà sostanzialmente lo stesso.
Negli anni sono stati creati diversi sistemi per calcolare l’orientamento ideologico dei giudici della Corte Suprema: questo è possibile perché, a differenza per esempio della Corte Costituzionale italiana, dove tutte le sentenze vengono emesse con una fictio di unanimità, nella Corte Suprema americana la sentenza è sempre una sola ma i giudici possono rendere note le loro dissenting opinions. Il sistema pensato da Andrew Martin e Kevin Quinn, due scienziati politici, assegna quindi un punteggio, anche conosciuto come Martin-Quinn Score, sulla base delle opinioni espresse da ogni giudice nelle varie sentenze a cui ha preso parte: un punteggio sotto lo 0 indica che il giudice è liberal e uno sopra lo 0 che è conservatore.
Il Martin-Quinn Score degli attuali nove giudici è:
- Sonia Sotomayor (-3.96), la più liberal
- Stephen Breyer (-1.90)
- Elena Kagan (-1.51)
- John Roberts (0.51)
- Brett Kavanaugh (0.55)
- Amy Coney Barrett (1.01)
- Neil Gorsuch (1.11)
- Samuel Alito (2.16)
- Clarence Thomas (3.03), il più conservatore
Come si vede, questo sistema ci dice che Kavanaugh è il giudice mediano e che il chief justice Roberts è il conservatore più centrista. In particolare, da quando la Corte Suprema si è spostata a destra con le tre nomine di Trump, Roberts ha iniziato a votare di più con i giudici liberal.
Altre ricerche di scienze politiche, come quella di Benjamin Lauderdale e Tom Clark, hanno invece mostrato che non esiste un vero e proprio giudice mediano, ma che ci sono diversi “mediani” a seconda della questione.
Va anche considerato che, se su sulle sentenze più importanti la Corte Suprema si “spacca” in base ai due orientamenti ideologici, in media negli ultimi dieci anni tra il 40 e il 50% delle sentenze sono state prese con decisione unanime. È successo anche con l’attuale composizione, nonostante sia molto spostata a destra.
L’orientamento ideologico della Corte è diventato più evidente negli ultimi anni: un sondaggio condotto da Selzer & Company a ottobre dell’anno scorso ha evidenziato come il 62% degli americani creda che a guidare le decisioni della Corte Suprema sia l’appartenenza politica a uno dei due schieramenti e non la legge.
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