A febbraio l’Istat ha rilasciato gli ultimi dati sullo stato del mercato del lavoro in Italia: i dati arrivano fino a dicembre e mostrano come l’occupazione stia migliorando, sebbene non si sia ancora tornati ai livelli pre pandemici.
A che livello è l’occupazione
A dicembre 2021 in Italia c’erano 22,75 milioni di persone che risultavano occupate, mentre a dicembre 2019 erano 23,02 milioni.
A gennaio 2020, quando la pandemia era ancora contenuta in Asia, gli occupati erano 23,05 milioni. L’arrivo della pandemia in Italia, le misure restrittive e il lockdown nazionale hanno fatto scendere l’occupazione per cinque mesi consecutivi arrivando, a giugno 2020, a 22,04 milioni di occupati, sostanzialmente un milione in meno di quelli che si avevano fino a sei mesi prima.
L’occupazione è poi cresciuta nei mesi estivi e nuovamente calata tra novembre 2020 e gennaio 2021, quando l’Italia è stata investita dalla seconda ondata di coronavirus e il Governo ha adottato un sistema di restrizioni basato sulla situazione epidemica regionale. Da febbraio 2021 gli occupati sono tornati a crescere passando da 22,18 milioni agli attuali 22,75 milioni, con solo delle leggere flessioni ad agosto e novembre.
Rispetto a due anni fa, quindi, in Italia ci sono ancora 280 mila occupati in meno. Osservando i dati per genere, tra gli uomini mancano ancora 192 mila lavoratori (l’1,4% del livello di dicembre 2020), mentre tra le donne 87 mila (lo 0,9%).
Disaggregando i dati in base alla tipologia di occupazione si vede che tra i lavoratori permanenti mancano ancora 14 mila lavoratori per tornare al livello di occupazione di due anni fa (-0,1%), mentre tra quelli a termine sono 45 mila in più (+1,5%) e tra gli indipendenti mancano 310 mila persone (-6,0%). Gli indipendenti sono stati infatti i più colpiti dalla pandemia, mentre i dipendenti permanenti lo sono stati sensibilmente di meno, anche per via del blocco dei licenziamenti.
Quanti occupati e disoccupati ci sono
I disoccupati, quindi coloro che non lavorano ma lo cercano attivamente, sono ad oggi 2,23 milioni di persone, 247 mila in meno di quanti erano a dicembre 2019. Tra gli uomini ci sono 83 mila persone in meno che cercano lavoro (-6,4%) e tra le donne 165 mila (-13,8%).
Va tenuto presente che una persona può smettere di risultare disoccupata sia perché ha trovato lavoro sia perché ha smesso di cercarlo: se infatti non si lavora e non si cerca lavoro si è considerati inattivi. Questo fenomeno si vede molto a marzo 2020, quando con l’imposizione del lockdown cercare lavoro è stato impossibile e i disoccupati sono diminuiti da un mese all’altro di mezzo milione.
A dicembre 2021 in Italia c’erano 13,1 milioni di persone tra i 15 e i 64 anni considerate come inattive. Rispetto a due anni prima si vede che gli inattivi sono saliti complessivamente di 10 mila unità, ma con grandi differenze di genere: tra gli uomini gli inattivi sono aumentati di 71,4 mila unità (1,5%), mentre tra le donne sono diminuiti di 61 mila (-0,7%).
In questo caso si vede come a marzo 2020 gli inattivi siano cresciuti di colpo perché chi cercava di lavoro ha smesso di farlo e ha quindi cambiato “categoria” nei dati sull’occupazione.
Le differenze per età
La ripresa dell’occupazione rispetto a due anni fa mostra forti differenze per età. Tra i 15 e i 24 anni ci sono 2.000 occupati in più a dicembre 2021 (+0,2% su dicembre 2019), tra i 25 e i 34 anni 5,5 mila occupati in più (+0,1%), tra i 35 e i 49 anni 427 mila occupati in meno (-4,6%) e tra gli over 50 141 mila in più (+1,6%).
Le persone in cerca di occupazione sono diminuite di 29 mila unità tra i 15 e i 24 anni (-68%), di 105 mila tra i 25 e i 34 anni (-14,7%), di 126 mila tra i 35 e i 49 anni (-14,8%) e aumentate di 13 mila tra gli over 50 (+2,6%).
Infine, gli inattivi sono cresciuti di 34 mila unità tra i 15-24enni (+0,8%), diminuiti di 93 mila tra i 25-34enni (-5,6%), diminuiti di 67 mila tra i 35-49enni (-2,7%) e aumentati di 363 mila tra gli over 50 (+2,1%).
In breve, l’occupazione a dicembre 2021 non è ancora tornata ai livelli pre pandemici, ma è vicina a farlo. Sono ancora molto indietro rispetto a due anni fa i lavoratori indipendenti e quelli nella fascia tra i 35 e i 49 anni, mentre tra i più giovani e gli anziani si registrano più occupati di dicembre 2019.
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