Domenica gli elettori francesi hanno eletto Emmanuel Macron per un secondo mandato da presidente. I sondaggi pre-voto hanno ampiamente previsto la sua vittoria al ballottaggio e l’ordine di arrivo dei candidati al primo turno – e lo stesso vale per le estimations, cioè le proiezioni elaborate a partire da voti reali e diffuse alle ore 20:00 del 10 e del 24 aprile. In questo articolo, in ogni caso, ci focalizziamo sui sondaggi pre-voto.
I sondaggi sul secondo turno
Partiamo dal ballottaggio: due giorni prima del voto di domenica 24 aprile, la media dei sondaggi dell’Economist dava Emmanuel Macron al 56% e Marine Le Pen al 44%. I risultati finali mostrano che il presidente francese ha preso il 58,5%, mentre la leader del Rassemblement National si è fermata al 41,5%.
I sondaggi pre-voto sono quindi stati molto accurati nel prevedere l’esito finale, con un errore medio inferiore ai 3 punti percentuali e quindi situato all’interno del margine di errore. È comunque importante sottolineare che i sondaggi considerati sono una fotografia scattata due/tre/quattro giorni prima del voto e non domenica 24.
Focalizziamoci sui singoli istituti, con i sondaggi condotti tra il 20 e il 22 aprile: Odoxa è l’istituto che si è allontanato di più dal risultato finale, stimando Macron al 53%, mentre Ipsos e OpinionWay sono quelli che si sono avvicinati maggiormente, dando al presidente il 57%. In ogni caso quest’anno i sondaggi sono stati leggermente più accurati di 5 anni fa, quando Macron era dato tra il 62 e il 63% in tutti i sondaggi condotti tra il 4 e il 5 maggio 2017 e alla fine, al ballottaggio del 7 maggio, prese il 66%.
I sondaggi sul primo turno
I sondaggi condotti pochi giorni prima del voto del 10 aprile sono stati meno precisi rispetto al ballottaggio soprattutto dal terzo posto in giù, ma hanno comunque previsto correttamente l’ordine di arrivo dei vari candidati.
Macron, nella media dei sondaggi dell’Economist dell’8 aprile, era dato al 26%, e alla fine ha ottenuto il 26,9% dei consensi. Le Pen era invece data al 23% e ha preso il 23,5%. Si tratta di uno scarto davvero ridotto, che si amplia però guardando i risultati di Jean-Luc Mélenchon: quest’ultimo era al 17% nella media dei sondaggi pre-voto elaborata dall’Economist, ma alla fine ha ottenuto il 22%. Mélenchon, insomma, aveva un trend di crescita che i sondaggi non sembrano essere stati in grado di catturare completamente.
Proseguendo con i candidati minori, vediamo che il giornalista di estrema destra Eric Zemmour era nei sondaggi al 9% e ha preso il 7,1%, mentre la leader dei Repubblicani Valérie Pécresse era data all’8% e ha preso il 4,8%. Infine, il candidato dei verdi Yannick Jadot ha preso il 4,6% contro il 5% della media The Economist dei sondaggi pre-voto.
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