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Come funziona il sistema elettorale dell’Eurovision Song Contest 2022

Ecco come si stabilirà il vincitore della 66a edizione dell’evento musicale più seguito d’Europa

Il 10 maggio a Torino è iniziata la 66a edizione dell’Eurovision Song Contest. Da appassionati di sistemi di voto quali siamo, non ce l’abbiamo fatta a resistere neppure stavolta: così, come già fatto per il Sanremellum, vi raccontiamo oggi quello che potremmo chiamare “Eurovisionellum“, cioè il sistema di voto che determina la classifica finale della competizione. Il sistema ha subito numerose modifiche nel tempo, con il regolamento attualmente in vigore che è stato introdotto nel 2016.

In termini generali, ognuno dei 40 Stati partecipanti all’Eurovision 2022 nomina una giuria nazionale qualificata, composta da cinque professionisti della musica. I voti espressi da questa giuria rappresentano il 50% del voto di quello specifico Stato, con l’altro 50% affidato invece al televoto. Non è mai possibile votare per il proprio Stato, né da parte delle giurie nazionali né per mezzo del televoto.

 

Le semifinali

Alle semifinali partecipano tutti gli Stati in gara, ad eccezione dei cosiddetti Big 5 che accedono di diritto alla finale: Regno Unito, Germania, Francia, Spagna e Italia. Le due serate di semifinali (quest’anno sono il 10 e il 12 maggio) vedono quindi sfidarsi gli altri 35 Stati: 17 nella prima serata e i restanti 18 nella seconda.

Ogni semifinale qualifica alla finale le prime 10 classificate di ogni serata. Ma come si determina la classifica per ogni singola semifinale? Innanzitutto è importante sapere che possono partecipare al voto solo gli Stati coinvolti in quella specifica semifinale, più Francia e Italia che votano nella prima semifinale e Germania, Regno Unito e Spagna che votano nella seconda.

Ogni Stato stila quindi due graduatorie separate: quella del televoto e quella della giuria. Per ciascuna delle due graduatorie vengono assegnati 12 punti (i famosi douze points) alla canzone preferita, 10 punti alla seconda e 8 punti alla terza; successivamente vengono dati 7 punti alla quarta e così a scendere, con la decima canzone più apprezzata che conquista 1 punto. In totale, quindi, la giuria di ogni Stato ha 58 punti a disposizione, e altrettanti ne hanno i televotanti di ogni Stato. Tutti questi punti vengono poi sommati per determinare i 10 che, in ognuna delle due semifinali, accedono alla finale, per cui nella prima serata sono in palio 2204 punti (19 Stati votanti x 2 graduatorie per Stato x 58 punti per graduatoria) e nella seconda 2436 (21 Stati votanti x 2 graduatorie per Stato x 58 punti per graduatoria). Per le semifinali i risultati completi vengono comunque resi noti solo a manifestazione conclusa: i 10 che per ogni semifinale passano alla finale, quindi, vengono comunicati in ordine casuale.

 

La finale

Alla finale – che quest’anno sarà sabato 14 maggio – partecipano 25 canzoni: le 10 qualificate nella prima semifinale, le 10 qualificate nella seconda e le 5 qualificate di diritto.

Il sistema di voto, una volta azzerati i risultati ottenuti nelle semifinali, resta lo stesso: tutti gli Stati, inclusi quelli eliminati nelle semifinali, esprimono il proprio voto attraverso le due distinte graduatorie, quella della giuria e quella del televoto, con le stesse modalità delle semifinali. In totale ci sono quindi 4640 punti da assegnare nella finale (40 Stati votanti x 2 graduatorie per Stato x 58 punti per graduatoria). Di norma prima viene comunicato il risultato delle giurie, poi quello del televoto.

La canzone che al termine dell’attribuzione delle votazioni risulta avere il più alto punteggio totale è eletta vincitrice, con il rispettivo Stato designato a organizzare l’edizione successiva della kermesse. Questo però non vale in caso di vittoria dell’Australia: da regolamento la manifestazione non può tenersi lì, per cui in caso di vitttoria l’Australia dovrà sceglierà uno Stato europeo che ospiterà l’evento l’anno successivo.

 

Ora che abbiamo ripassato il regolamento possiamo dirlo: buon Eurovision!

Mauro Serra

Romano (ma non romanista), nella vita combatto per la rivalutazione del nazionalpopolare. Quando avanza tempo studio Comunicazione Politica alla Luiss, per provare a far capire la politica meglio di quanto la capisca io stesso.

Alessio Vernetti

Nato nel 1997, si è laureato in relazioni internazionali all'Università di Torino, ma ha studiato anche a Sciences Po Lille e ha frequentato il Summer Program della LUISS. Nel 2019 è entrato nel team Quorum ed è coordinatore contenuti di YouTrend.
La sua vita sociale diminuisce considerevolmente man mano che ci avviciniamo alle elezioni.

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