Il 12 e 19 giugno gli elettori francesi saranno chiamati al voto per eleggere i 577 deputati dell’Assemblea Nazionale. In Francia, infatti, le legislative si tengono due mesi dopo le elezioni presidenziali, che quest’anno hanno visto la conferma di Emmanuel Macron all’Eliseo con il 58,6 per cento dei consensi al secondo turno.
Come funzionano le legislative
Ottenere la maggioranza è fondamentale per Macron al fine di poter governare come negli ultimi cinque anni. Ad oggi, La République En Marche, il partito di Macron, ha 347 seggi e quindi la maggioranza, mentre i Républicans, il principale partito di centrodestra, ne hanno 120. La Nouvelle Union Populaire Ecologique et Sociale, l’alleanza di sinistra guidata da Jean Luc Mélenchon, ha invece 68 deputati e il Rassemblement National di Marine Le Pen 6. LREM a queste elezioni si presenta in un’alleanza con altri piccoli partiti centristi e sotto il nome di Ensemble.
Un’importante differenza con le presidenziali è proprio data dalla NUPES, l’alleanza che mette insieme il Partito Comunista, il Partito Socialista, gli ecologisti e La France Insoumise di Mélenchon. Questi partiti hanno corso separatamente alle presidenziali, senza riuscire così ad accedere al ballottaggio.
Nel frattempo, Macron ha anche nominato Élisabeth Borne come prima ministra al posto di Jean Castex. Borne in passato era stata nel Partito Socialista e durante il primo mandato di Macron è stata ministra della transizione ecologica prima e del lavoro poi. È la seconda donna a guidare un governo in Francia, 30 anni dopo Édith Cresson.
In Francia i membri dell’Assemblea nazionale sono eletti in collegi uninominali con un doppio turno. Al primo turno vince chi ottiene la maggioranza assoluta dei voti espressi e i voti di almeno il 25 per cento degli elettori; tuttavia, se nessuno raggiunge queste soglie, la domenica successiva si tiene un secondo turno tra tutti coloro che hanno preso almeno il 12,5 per cento rispetto al totale dell’elettorato (e non dei votanti). Al secondo turno, in cui viene eletto chi ottiene il maggior numero di voti, possono quindi esserci più di due sfidanti.
Cosa dicono i sondaggi
Gli ultimi sondaggi, come quelli degli istituti Elable, Ifop e Harris Interactive, indicano che l’alleanza di sinistra NUPES dovrebbe ottenere la maggioranza dei voti con una percentuale compresa tra il 27 e il 31 per cento, mentre al secondo posto dovrebbe esserci l’Ensemble di Macron con il 26-27 per cento dei consensi. Terzo posto per il Rassemblement National con il 20-23 per cento, mentre intorno al 10 per cento ci sarebbe l’alleanza di centrodestra formata dai Repubblicani e dall’UDI.
Il sistema elettorale non è però un proporzionale e quindi i voti al primo turno non rappresentano i seggi che si avranno alla fine. Il calcolo di questi è anzi piuttosto complesso proprio per via del particolare sistema elettorale, che tende a favorire i candidati di centro (e quindi di Ensemble).
Elabe ha stimato che le elezioni potrebbero concludersi con 290-330 seggi per Macron, 160-185 per l’alleanza di sinistra, 25-50 per i Repubblicani e 35-65 per il RN. Per Opinion Way invece si potrebbe finire a 310-350 per l’Ensemble, 150-170 per la NUPES, 50-70 per il centrodestra e 15-35 per il RN.
Le proiezioni dei seggi elaborate a maggio vedono quindi l’alleanza di Macron vincere la maggioranza dei seggi, anche se mancano ancora tre settimane di campagna elettorale e gli equilibri potrebbero spostarsi.
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