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Domenica la Colombia sceglierà tra Petro e Hernandez

Al ballottaggio delle presidenziali colombiane si sfidano l’ex sindaco di Bogotà Petro e il magnate Hernandez

Domenica 19 giugno la Colombia eleggerà il suo nuovo presidente: sarà il secondo turno delle presidenziali, che alla prima tornata hanno premiato il candidato di sinistra Gustavo Petro e il populista Rodolfo Hernandez. Si tratta di un appuntamento importante per il futuro dell’America Latina, in attesa delle elezioni in Brasile del prossimo autunno, con la preannunciata sfida tra Lula e Bolsonaro. La Colombia è il terzo paese più ricco del Sudamerica, nonchè uno dei più fedeli alleati degli Stati Uniti nella regione: l’“onda rossa” – che ha caratterizzato i paesi latinoamericani all’inizio del XXI secolo con la vittoria di candidati di stampo socialista come Chavez, Morales, Correa, Lula e Kirchner – non è mai arrivata a Bogotà, che fino al presidente uscente Ivan Duque è sempre stata governata da amministrazioni di centrodestra, vicine agli interessi degli USA. Per questo la vittoria di Petro potrebbe cambiare la storia del Paese, e da Washington guardano con attenzione a questa contesa elettorale.

 

I risultati del primo turno

Il primo turno delle presidenziali colombiane si è tenuto lo scorso 29 maggio e non sono mancate le sorprese. Petro, insieme alla sua candidata alla vicepresidenza Francia Marquez, ha raggiunto il 40,3%, non sufficiente però per un’affermazione al primo turno. Il grande sconfitto è Federico “Fico” Gutierrez, lo sfidante designato di Petro, a capo della Coalicion Equipo por Colombia che riunisce vari partiti di centrodestra come Creemos Colombia, Partido Conservador e Partido de la U. Con poco più del 23%, Gutierrez non è riuscito ad accedere al ballottaggio, dove appoggerà Rodolfo Hernandez, a capo della Liga de Gobernantes Anticorrupcion, un movimento populista e antisistema fondato dallo stesso Hernandez, che ha raccolto il 28% delle preferenze al primo turno. Si tratta di un segnale della profonda insofferenza degli elettori colombiani nei confronti della classe politica, segnata da un problema atavico di corruzione e incapace di gestire la crisi economica provocata dallo scoppio della pandemia. A conferma di questo fenomeno Centro Democratico, il partito del presidente uscente Duque, non ha nemmeno presentato un candidato alla presidenza, dopo che il designato Oscar Zuluaga si è ritirato dalla corsa per appoggiare Gutierrez. Tra gli altri candidati, Sergio Fajardo, a capo della Coalicion Centro Esperanza, si è classificato quarto con poco più del 4%, mentre John Milton Rodriguez con Colombia Justa Libres si è fermato all’1,3% e tutti gli altri candidati non hanno raggiunto lo 0,5%.

 

I due sfidanti

Sarà quindi una sfida tra due personaggi antisistema, anche se con storie politiche diametralmente opposte. Gustavo Petro, 62enne economista ed ex sindaco di Bogotà, è alla sua terza candidatura presidenziale dopo essersi già presentato nel 2010 e nel 2018, quando fu sconfitto da Duque al ballottaggio. Da giovane ha militato nel Movimiento 19 de Abril, un’organizzazione guerrigliera marxista, in lotta contro il governo centrale assieme ad altre organizzazioni come le FARC. In seguito alla smobilitazione di M-19 ha dapprima aderito al partito di sinistra Alianza Democratica e nel 2011 ha fondato Colombia Humana, principale partito della Coalicion Pacto Historico. Accusato di voler seguire le orme del Venezuela, ha preso le distanze dal governo di Maduro e proposto la transizione verso un “capitalismo democratico”, con maggiori risorse alla sanità pubblica e alle energie rinnovabili, oltre a una riforma agraria che preveda la redistribuzione delle terre ai contadini. Petro ha ricevuto l’appoggio degli altri leader della sinistra latinoamericana, che sperano di aggiungere la Colombia all’asse dei paesi progressisti, in grado di contrastare le politiche degli USA nella regione, in quello che Washington considera il suo “giardino di casa”.

Il 77enne Rodolfo Hernandez invece è un ingegnere e imprenditore, proprietario di un’impresa di costruzioni. Ex sindaco della città di Bucaramanga, è alla sua prima elezione presidenziale ed è a capo della Liga de Gobernantes Anticorrupcion, da lui fondata nel 2015. Personaggio eclettico, paragonato al presidente di El Salvador Nayib Bukele, nel suo programma politico propone un inasprimento delle pene per la corruzione, con maggiori poteri alla polizia e alla magistratura, una riduzione dell’Iva al 10%. Inoltre, si è dichiarato favorevole al matrimonio omosessuale, alla legalizzazione della cannabis e all’eutanasia. Noto per il suo stile diretto, è popolare anche su TikTok, dove può contare su 600 mila seguaci e formula in maniera originale le sue proposte politiche, per accattivarsi l’elettorato più giovane. Alcuni l’hanno definito il “Trump colombiano”: del resto, sono entrambi imprenditori milionari con l’obiettivo di “prosciugare la palude”, ma le analogie tra i due si fermano qui, con Hernandez che risulta decisamente progressista sui temi etici e più attento alle questioni sociali rispetto all’ex presidente degli Stati Uniti.

 

Cosa dicono i sondaggi

Al momento non vi è un vero favorito tra Petro ed Hernandez, con diversi istituti demoscopici che danno in vantaggio l’uno o l’altro candidato, sempre con margini ridotti. AtlasIntel dà in vantaggio Hernandez con il 50,2%, mentre Yanhaas e Gad3 vedono avanti il candidato della sinistra. Con la maggior parte degli altri partiti che hanno lasciato libertà di scelta ai loro elettori, a fare la differenza saranno gli indecisi, ancora superiori al 10%. Si preannuncia quindi un testa a testa tra due candidati molto diversi ma che promettono entrambi di essere molto diversi dai loro predecessori.

Davide Depascale

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