L’Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale a fine luglio ha pubblicato i nuovi dati sul consumo di suolo in Italia aggiornati al 2021. Con consumo di suolo si intende la perdita di suolo dovuta all’occupazione di una superficie originariamente agricola, naturale o seminaturale con una copertura artificiale. Si tratta quindi di un fenomeno legato alle dinamiche insediative e infrastrutturali ed è in gran parte dovuto alla costruzione di nuovi edifici, all’espansione delle città e alla densificazione o conversione di terreni entro un’area urbana.
A livello nazionale al 2021 è stato consumato il 7,2% del suolo, ma con forti differenze geografiche tra regioni e province.
Il consumo di suolo a livello regionale
La regione con il maggior consumo di suolo in Italia è la Lombardia con il 12,4% di suolo consumato; subito dopo con l’11,9% troviamo il Veneto e ancora in doppia cifra c’è la Campania con il 10,5%. Hanno un consumo di suolo compreso tra l’8 e il 9% Emilia Romagna, Lazio, Puglia e Friuli Venezia Giulia. Dopo troviamo la Liguria con il 7,8%, il Piemonte e le Marche con il 7%. Ci sono poi Sicilia e Toscana con il 6,5 e il 6,2%, mentre al 5% ci sono Calabria e Basilicata. Tra il 3 e il 4% troviamo Molise, Sardegna, Basilicata, Trentino Alto Adige e infine con il 2,1% c’è la Valle d’Aosta.
Nell’ultimo anno, Abruzzo, Lombardia e Veneto sono state le regioni che hanno più consumato suolo, mentre Valle d’Aosta, Calabria e Trentino Alto Adige sono quelle che meno lo hanno fatto. Allargando il periodo considerato a quindici anni, si vede che Liguria e Piemonte sono le regioni dove è più aumentata la superficie coperta (+10%), seguite a stretto giro da Basilicata e Puglia. Le regioni dove invece il suolo consumato è aumentato di meno sono Toscana e Valle d’Aosta (+3%).
Il consumo di suolo a livello provinciale
I dati dell’ISPRA permettono di scendere anche a livello provinciale. Da questi emerge che la provincia di Monza e della Brianza è quella con il maggior consumo di suolo con il 41% di suolo coperto artificialmente. È l’unica regione sopra il 40%, mentre sopra il 30% si trovano anche Napoli (35%) e Milano (32%). Dopo ci sono Varese e Trieste con il 21%.
Le province con un consumo tra il 10% e il 20% sono ventotto e tra queste ci sono, ad esempio, Roma, Bergamo e Bari. Quarantanove province si posizionano tra il 5% e il 10% e tra queste ci sono Torino, Firenze e Genova, mentre sotto il 5% ci sono ventiquattro province. Aosta è quella con la minor quota di suolo consumato.
Il maggior aumento di suolo consumato in quindici anni lo si è avuto a Brindisi, Viterbo e Matera, con crescite percentuali rispettivamente del 14%, 11% e 11%. Trieste, Genova e Pistoia sono invece le province che hanno avuto il minor aumento, con una crescita dell’1%.
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