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La resurrezione politica di Joe Biden

Come il presidente americano ha battuto le aspettative e dato nuovo slancio alla sua amministrazione

Il 6 novembre 2022 negli Stati Uniti si terranno le elezioni di metà mandato dove si rinnoverà tutta la Camera dei Deputati e un terzo del Senato. Queste elezioni sono tradizionalmente difficili per il partito del presidente ed è usuale che almeno uno dei due rami del Congresso passi sotto il controllo del partito di opposizione. 

Fino a poche settimane fa, tutti pensavano che le midterm sarebbero andate come sempre. Joe Biden è infatti uno dei presidenti più impopolari di sempre e i Democratici erano sotto nei sondaggi. La presidenza di Biden, percepito come un presidente anziano e politicamente debole, sembrava ormai bloccata dai veti incrociati. Ma poi qualcosa è cambiato: Biden e i Democratici sono riusciti ad approvare diverse norme e la popolarità di entrambi è iniziata a salire. Ad oggi, i Dem sono favoriti al Senato e potrebbero limitare la sconfitta alla Camera.

 

La resurrezione politica di Joe Biden

Questa rinascita politica è iniziata con la decisione della Corte Suprema a giugno di abolire il diritto all’aborto a livello federale e lasciare che siano i singoli Stati a decidere se permetterlo o no, cosa che ha portato già molti Stati guidati dal Partito Repubblicano a vietarlo. Questa sentenza ha infatti messo in allerta gli elettori Democratici, evidenziando l’importanza di non perdere le elezioni.

Nell’estate, Joe Biden è riuscito a portare a casa uno dei più grandi risultati legislativi di sempre: l’Inflation Reduction Act. Questa legge, approvata con solo i voti dei Dem, prevede 370 miliardi di dollari in investimenti per l’energia nei prossimi dieci anni, 300 miliardi di dollari per la riduzione del deficit, tre anni di rinnovo dei sussidi previsti dall’Affordable Care Act, la rinegoziazione dei prezzi dei farmaci da prescrizione e un aumento delle tasse sui più ricchi. 

I giornalisti di POLITICO Playbook hanno scritto che, con l’Inflation Reduction Act, Joe Biden ha fatto la storia, diventando uno dei presidenti con il maggior numero di successi legislativi nell’era moderna. In meno di due anni è riuscito a far passare al Congresso quattro grandi pacchetti legislativi per un valore di 3.500 miliardi di dollari. “Non può esserci molto dibattito sul fatto la presidenza Biden sarà una di quelle con le maggiori conseguenze nella storia”, scrive POLITICO. “I suoi primi due anni possono essere paragonati a quando Lyndon B. Johnson fece passare la sua agenda legislativa al Congresso”.

In questi ultimi due mesi, Biden è riuscito a far passare anche al Congresso il CHIPS and Science Act, un provvedimento da 280 miliardi di dollari che ha l’obiettivo di stimolare la produzione manifatturiera di semiconduttori negli Stati Uniti. Ad oggi, infatti, la stragrande maggioranza della produzione di semiconduttori dipende da Taiwan e un eventuale futuro conflitto tra Pechino e Taipei potrebbe mettere in crisi l’offerta mondiale di semiconduttori. Questo provvedimento è passato con 64 voti al Senato (di cui 14 Repubblicani) e con 243 voti alla Camera (di cui 24 Repubblicani). La legge ha anche un importante significato politico, perché ha mostrato come Repubblicani e Democratici riescano ancora a mettersi d’accordo su alcuni provvedimenti. 

Inoltre, il presidente americano ha ancora continuato con la sua linea di sostegno all’Ucraina. Il 24 agosto, in occasione della giornata dell’Indipendenza dell’Ucraina, ha annunciato un nuovo pacchetto di aiuti militari da tre miliardi di dollari. Gli aiuti contengono centinaia di migliaia di munizioni, razzi laser, droni e sei sistemi antiaerei NASAMS. Il sostegno militare degli Stati Uniti si sta rivelando essenziale per l’Ucraina nella guerra di difesa contro la Russia. 

La scorsa settimana, poi, Biden ha approvato un provvedimento per ridurre i debiti studenteschi, uno dei grandi problemi del sistema universitario americano. Il presidente ha infatti dichiarato che cancellerà 10 mila dollari di debito per coloro che guadagnano meno di 125 mila dollari all’anno e 20 mila dollari per coloro che hanno ricevuto borse di studio Pell, cioè aiuti per lo studio destinati alle famiglie a basso reddito. La Casa Bianca ha annunciato che con questo provvedimento verrà estinto il debito studentesco di 20 milioni di americani – su un totale di 45 milioni di americani con debiti studenteschi.

Rimangono comunque alcune difficoltà per Biden: la principale è l’inflazione, che negli Stati Uniti a luglio è stata pari all’8,7% dopo che a giugno era arrivata al 9,1%. Gli americani stanno accusano in particolare la Casa Bianca di non fare abbastanza per ridurre il prezzo della benzina, che è aumentato nei mesi ma che è comunque molto più economica che in Europa. 

 

Come i Dem ora potrebbero non perdere le midterm

Il cambio di clima politico si sta vedendo nei sondaggi e anche nei risultati delle elezioni. Negli Stati Uniti, infatti, si tengono costantemente elezioni suppletive che storicamente permettono di capire come finiranno le elezioni di novembre. 

La settimana scorsa si è votato nel 19° distretto congressuale di New York e a sorpresa il Democratico Pat Ryan ha vinto sconfiggendo il Repubblicano Marc Molinaro. Le elezioni erano date per perse da tutti, inclusi i sondaggi commissionati dal Partito Democratico. La vittoria è molto importante perché nel 2020 in quel distretto Biden vinse con un margine di soli 1,5 punti percentuali, mentre Ryan ha prevalso con un margine di 2,4 punti.

Fonte: New York Times.

 

A seguito della sentenza della Corte Suprema sull’aborto si sono tenute quattro elezioni suppletive a livello federale e in tutte i Democratici hanno recuperato diversi punti rispetto al 2020, mentre prima erano i Repubblicani ad andare meglio. I candidati Dem, infatti, stanno puntando molto su come loro difenderanno l’aborto se eletti e questa si sta dimostrando una strategia valida.

I sondaggi sulle midterm mostrano al momento che i Democratici sono leggermente avanti rispetto ai Repubblicani a livello nazionale nel cosiddetto generic ballot (dove i sondaggisti chiedono agli elettori per quale partito intendono votare ignorando la questione dei collegi uninominali). Il problema per i Dem alla Camera è che con il  gerrymandering, cioè il ridisegno strumentale dei collegi per danneggiare l’altro partito, hanno bisogno di un vantaggio molto più forte per poter vincere.

Al Senato invece la situazione per i Democratici è sensibilmente migliore. Qui, oltre al mutamento nel clima nazionale, sono aiutati dal fatto che alcuni candidati del Partito Repubblicano scelti dagli elettori conservatori nelle primarie – spesso seguendo le indicazioni di voto dell’ex presidente Donald Trump, che continua ad avere una forte presa sul partito – sono molto deboli perché particolarmente estremisti. Questo fa sì che i Dem ora siano avanti in posti dove gli si dava poche possibilità, come la Pennsylvania. In generale, i candidati Dem sono avanti in quasi tutti gli Stati chiave da cui passa la maggioranza al Senato. con l’eccezione della Florida, dove il senatore Repubblicano Marco Rubio è dato in vantaggio, e in North Carolina dove c’è un pareggio tra Ted Budd e Cheri Beasley. Va considerato che i Dem per vincere devono solo evitare di perdere seggi e tenere l’attuale 50 a 50: la vicepresidente Kamala Harris può infatti votare e rompere la parità quando serve.

Fonte: FiveThirtyEight

Lorenzo Ruffino

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